Algeria: le autorità consigliano a Boualem Sansal di prendere «un altro avvocato francese non ebreo»

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Boualem Sansal - algerino

Algeria: le autorità consigliano a Boualem Sansal di prendere «un altro avvocato francese non ebreo» – In un articolo pubblicato il 19 febbraio, il settimanale francese Marianne cita “fonti giudiziarie algerine”, secondo cui lo scrittore e saggista Boualem Sansal attualmente incarcerato ad Algeri, avrebbe ricevuto “una strana visita” il 17 febbraio, nella sua stanza. Quel giorno, «gli uomini sono venuti nella stanza del romanziere per consigliargli vivamente di cambiare consiglio e di prendere ‘un altro avvocato francese non ebreo’», rivela così il giornale.

Per convincere meglio Boualem Sansal che soffre di cancro e attualmente segue sedute di radioterapia, «questi emissari particolari hanno spiegato che il sostituto non ebreo di Me François Zimeray avrebbe la possibilità di ottenere un visto per poterlo visitare». Quindi, è a causa del suo giudaismo che l’avvocato dello scrittore non ha potuto entrare in Algeria.

Una spiegazione che ricorda uno dei momenti peggiori della storia dell’umanità e che gli interlocutori di Boualem Sansal si assumono visibilmente aggiungendo, «in una minaccia appena velata», spiega Marianne, «che questo cambiamento sarebbe benefico per la sicurezza anche di quest’ultimo di fronte alle campagne di odio che lo prendono di mira». Secondo le informazioni del periodico francese, Boualem Sansal avrebbe accolto questa minaccia con rabbia e avrebbe protestato contro questa violazione dei diritti della difesa.

Una rabbia condivisa dal suo comitato di sostegno in Francia che si è diviso, a seguito di queste rivelazioni di Marianne, da un comunicato stampa in cui si dice “indignato”. Esprimendo il suo pieno sostegno a Me François Zimeray, il comitato denuncia questa decisione algerina, se viene confermata, e non manca di sottolineare la palese contraddizione di questo annuncio con le parole pronunciate da Abdelmadjid Tebboune di recente sulla stampa francese.

Infatti, in un’intervista concessa a L’Opinion il 3 febbraio, il presidente algerino ha definito “polemica” la confisca da parte delle autorità algerine del libro “L’Algeria ebraica” di Hédia Bensahli e ha spazzato via con un rovescio della mano il potenziale problema dell’Algeria con la sua storia ebraica. Così, ha spiegato, «l’Algeria ha accolto diverse comunità e religioni negli ultimi millenni, compresi gli ebrei che sono parte integrante della storia del paese».

Ma il “consiglio” formulato a Boualem Sansal dalle autorità algerine è in realtà molto più probabile della bella riscrittura della storia a cui si è dedicata Abdelmadjid Tebboune nella sua intervista a un media francese. Perché quest’ultimo non si sofferma in questo scambio sul fatto che in Algeria, Me François Zimeray è qualificato dalla stampa al soldo del regime di “avvocato sionista”. Un aggettivo comunemente usato in Algeria, dai media ai vertici più alti dello Stato passando per l’esercito, per qualificare una persona ebrea.

Attraverso questa qualifica, si rivela il profondo antisemitismo che cancrena un regime che designa comunemente il nemico con il termine “sionista”. Il comunicato stampa dell’agenzia di stampa algerina, per regolare i conti con i difensori di Boualem Sansal, ne è l’ultimo esempio, mentre la Francia viene definita “macronito-sionista”. Un’espressione con cui il regime algerino affonda altrettanto spesso il Marocco e i marocchini, come già nel 2020, quando questa stessa agenzia di stampa algerina aveva qualificato sette deputati europei come “sionisti marocchini” manipolati da una lobby “marocco-sionista”…

Quindi, se gli ebrei sono parte integrante della storia dell’Algeria, cosa innegabile, è con un’espressione dotata di un coefficiente sia peggiorativo che odioso che li si qualifica. Ricordiamo, di passaggio, un video risalente al 2015 che testimonia la profonda ideologia antisemita che imperversa nel corpo dell’esercito che viene galvanizzato con un canto che invita a massacrare gli ebrei.

«Oh arabi, figli di arabi. Camminate e puntate le vostre armi verso gli ebrei. Per ucciderli. Abbatterli. Scuoiarli. Sgozzarli…», si possono così sentire cantare i soldati algerini in questo inno all’odio che non subisce alcuna differenza tra antisemitismo e antisionismo e designa gli ebrei come il nemico da abbattere.

Non c’è quindi motivo di essere sorpresi oggi che a Me Zimeray sia stato negato da tre mesi un semplice visto per garantire la difesa del suo cliente, sulla base del fatto che è di confessione ebraica.

le360

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