In un secondo comunicato, la Commissione Interamericana sui Diritti Umani (CIDH) ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani da parte delle forze dell’ordine in Colombia durante le manifestazioni delle ultime settimane nell’ambito dello sciopero nazionale.
Un primo comunicato, rilasciato subito dopo l’incontro a Washington con la vice presidente colombiana Marta Lucia Ramírez, riportava la necessità di effettuare una serie di sopralluoghi da parte della Commissione nelle zone dove gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine erano stati più violenti. La presidenza colombiana aveva acconsentito dopo però aver espletato tutti gli incontri previsti con le varie organizzazioni coinvolte: politici, imprenditori, sindacati, studenti, ecc. e pertanto non prima di luglio. La Commissione non ha gradito un tale ritardo per poter accertare i fatti ed ha pubblicato pertanto un secondo comunicato in cui chiede di accelerare i tempi della sua visita in Colombia in quanto durante le manifestazioni dello sciopero nazionale si sono verificate “uccisioni, sparizioni, ferimenti ed aggressioni sessuali come conseguenze dell’uso sproporzionato ed illegittimo della forza”. In particolare dal 28 aprile ad oggi ci sono stati, secondo fonti ufficiali della polizia colombiana, 51 morti, 132 persone scomparse ed 87 episodi di violenza sessuale accaduti durante le manifestazioni in tutto il paese ed in particolare nella capitale Bogotà e nelle città del Valle del Cauca.
Nel prosieguo del comunicato si legge che “il CIDH ha osservato un clima crescente di ostilità e violenza nei confronti della stampa durante le manifestazioni, documentando aggressioni, intimidazioni ed attacchi nei confronti di postazioni dei mezzi di comunicazione”.