Saman Abbas: possibile svolta nel giallo della 18enne pakistana scomparsa da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il 30 aprile scorso. La Procura, nella persona della sostituta procuratrice Laura Galli, ha incaricato i Ris di Parma di esaminare un frammento osseo che potrebbe essere della ragazza; una ragazza che, come Hina Saleem e Sanaa Dafani, si era opposta ad un matrimonio forzato con un cugino nel Paese d’origine. Perciò uno zio, Danish Hasnain, è sospettato di averla uccisa con il consenso e la complicità della famiglia, inclusi i suoi genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, nascosti in Pakistan. Sono fuggiti il 1° maggio dal Malpensa.
La notizia delle analisi del Ris è stata riportata dal “Resto del Carlino”. Il ritrovamento è avvenuto da parte dei carabinieri il 3 novembre nel Po, zona del Lido Po di Boretto. Infatti il fratello più piccolo di Saman ha testimoniato di aver udito un cugino “suggerire” durante un “consiglio del clan”, si può dire, di fare “in piccoli pezzi” la giovane e di “buttarla a Guastalla – nella stessa provincia – dove c’è un fiume”.
Al vaglio anche alcuni vistiti di Hasnain, in galera in Francia dopo il suo arresto il 22 settembre. Si attende ancora l’estradizione (chiesta anche per la madre e il padre di Saman).
Gli abiti dell’uomo sono stati sequestrati dai militari dell’Arma il 6 novembre nel casolare di Novellara dove gli Abbas (ricorda Tg24) erano sia braccianti che custodi un’azienda agricola.
Indagati per il delitto, sequesto di persona ed occultamento di cadavere anche due cugini di Saman: Ikram Ijaz, detenuto in Italia, e Nomanhulaq Nomanhulaq, latitante.