Il killer di Carol Maltesi avrebbe filmato l’omicidio – Fontana ha raccontato agli investigatori di aver filmato l’omicidio col cellulare. Il video sarebbe stato cancellato ma i consulenti della procura proveranno a recuperarlo dalla memoria.
Davide Fontana ha 43 anni. Ha confessato il delitto di Carol Maltesi, l’attrice hard di 26 anni conosciuta con il nome d’arte di Charlotte Angie. Impiegato di banca, fotografo, vive a Rescaldina, comune dell’hinterland milanese a Nord del capoluogo lombardo. Era vicino di casa di Carol, i due avevano avuto una relazione ma secondo i conoscenti erano poi rimasti in buoni rapporti. I due si erano conosciuti nell’ottobre del 2020. Per lei, lui aveva lasciato la moglie (che ha continuato a curare il blog di food con lui, ignara). La storia, “una relazione molto aperta” avrebbe detto lui, era finita, altri partner erano arrivati nelle rispettive vite ma i rapporti intimi, davanti a un obiettivo o nella vita reale, erano proseguiti.
Omicidio Carol Maltesi: la confessione shock di Davide Fontana
Ha raccontato tutti i dettagli dell’omicidio agli inquirenti. Un fiume in piena. L’omicidio è avvenuto nella casa della 26enne a gennaio scorso. Ha detto ai carabinieri di aver tenuto nascosto a lungo il cadavere nel congelatore della vittima per poi farlo a pezzi, nasconderlo in 4 sacchi neri della spazzatura, trasportarlo in auto fino all’alta Val Camonica e gettarlo in un dirupo in montagna. Una scelta tutt’altro che casuale: Fontana, sempre da quanto riferito, ha infatti chiarito agli investigatori di essere andato in Val Camonica perchè conosceva molto bene il luogo dove in passato aveva trascorso diverse vacanze. Nessun chiarimento, invece, sul movente. Fontana è infatti accusato di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.
“Dovevamo fare due video. Il secondo molto più violento del primo”. Davide Fontana la mattina dell’orrore ha filmato tutto col suo cellulare, come riportano oggi i principali quotidiani. Anche il delitto. Lo ha raccontato lui. Dopo la prima “scena di sesso siamo saliti in camera da letto, dove è installato un palo da lap dance. Ho legato i polsi della ragazza al palo con del nastro telato e un sacchetto di plastica nero sulla testa”. L’uomo si è presentato spontaneamente dai carabinieri per denunciare la scomparsa dell’amica. Annusando l’aria, Fontana si era presentato in caserma a Rescaldina forse per allontanare da sé i sospetti: “È andata via con la sua Cinquecento”, spiegava, “ma questa mattina l’ho notata parcheggiata a poca distanza da casa”. Convocato a Brescia, aveva cambiato versione sull’auto: “L’ho utilizzata fino a mercoledì o giovedì scorso”.
Troppe incongruenze, ha deciso presto di confessare l’omicidio. “Lei era completamente nuda – ha messo a verbale -, sdraiata a terra a pancia in su. Le ho legato anche i piedi. Ho preso un martello e ho iniziato a colpirla su tutto il corpo, non forte, partendo dalle gambe in su. Poi quando sono arrivato verso la testa ho iniziato a colpirla forte”.
“Non so bene il perché – continua – Non so che cosa sia successo. Lei si muoveva con la testa e io continuavo a colpirla ma non so dove perché aveva il sacchetto”. Il racconto dell’orrore prosegue: “Le ho tolto il cappuccio e credo che fosse morta. Mi son reso conto di averle procurato molte ferite dalle quali perdeva molto sangue. Ma, non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina a lama liscia che poi ho gettato. Un atto di pietà: vedevo che stava soffrendo e ho concluso le sue pene tagliandole la gola. Sono rimasto mezz’ora a guardarla e poi son tornato a casa mia”.
L’occultamento del cadavere di Carol Maltesi
L’impiegato di banca dice di aver cancellato il video dal suo cellulare, ma i consulenti della procura proveranno a recuperarlo dalla memoria nei prossimi giorni con i più sofisticati software.
L’occultamento del cadavere è un lungo viaggio nell’orrore. L’uomo avrebbe comprato un’accetta e un seghetto in un grande magazzino di Rescaldina. Fa a pezzi il corpo, “in cinque sacchi neri” e li lascia in camera da letto, mentre attende per tre giorni che gli arrivi “un freezer a pozzetto” acquistato online. Nei giorni seguenti avrebbe provato a bruciare i pezzi del cadavere con alcol e benzina in una zona barbecue in un b&b a Vararo, in cima ai monti sul Lago Maggiore, non riuscendoci. Poi getterà tutto nella discarica a cielo aperto di Paline di Borno, non prima di aver fatto un sopralluogo. In tutto questo tempo si muove a volte con l’auto della vittima, ha con sé il cellulare di Carol, per rispondere ai messaggi dei clienti, della mamma malata e dell’ex compagno, padre del suo bambino di sei anni.
Nei mesi scorsi Maltesi e Fontana trascorrevano molte serate insieme, anche dopo la fine della loro relazione: “Erano molto legati”, ricorda un’amica che abita nella stessa corte a Rescalidina di vittima e carnefice: “Domenica – racconta alla Stampa – l’ho visto l’ultima volta. Mio figlio gli ha chiesto dov’era il bambino di Carol, che fino a Natale era qui con la mamma ogni 15 giorni. Davide non ha fatto una piega: ‘A Verona, col papà'”. In tutto questo, il movente dell’omicidio resta un giallo. O forse non c’è.