Terrorismo – Ai domiciliari un 52enne di origini bosniache. L’uomo legato a un Imam reclutatore di miliziani in Italia.
Oltre 50mila euro trasferiti a cellule jihadiste. Per questo un 52enne di origine bosniaca e residente a Bologna è stato posto agli arresti domiciliari con applicazione del dispositivo elettronico di controllo a distanza. L’uomo è ritenuto responsabile di aver effettuato, personalmente e mediate terzi ignari delle finalità perseguite, numerosi trasferimenti di denaro in favore di esponenti di cellule terroristiche e destinati in tutto o in parte alla definizione di condotte con finalità di terrorismo. L’indagine che ha portato all’arresto è stata condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale del Carabinieri (Ros), e coordinata dalla Procura di Bologna – Dipartimento Antiterrorismo.
Il provvedimento di cattura non venne eseguito in quanto l’Imam era stato arrestato in Bosnia ed Erzegovina e condannato a sette anni di reclusione per incitamento pubblico ad attività terroristiche e reclutamento. In particolare nell’inchiesta è stato accertato che l’Imam, nel corso del 2014 aveva organizzato un ‘tour di preghiera’ nel nord d’Italia, con la finalità ultima di reclutare miliziani votati al ‘jihad armato’ da inviare a combattere in Siria e Iraq nelle file dello Stato Islamico in quel periodo all’acme della sua potenza bellica.
Un aspetto rilevante della complessa indagine è proprio la dettagliata ricostruzione dei trasferimenti di denaro. Eseguiti sin dal 2014, erano destinati a cellule jihadiste per il sostentamento dei gruppi operanti in Bosnia e per il reclutamento di nuovi combattenti da destinare ai diversi quadranti geografici ove il Califfato sta cercando di imporre la propria supremazia. L’indagato si attivava personalmente o per mezzo di soggetti terzi ignari delle reali finalità perseguite, per inviare, mediante servizi di money transfer, cospicue somme di denaro in Bosnia e anche in Albania, dissimulando le sue reali intenzioni, attraverso l’utilizzo di soggetti intermediari incaricati di ricevere il denaro per poi consegnarlo ai reali terminali delle transazioni, individuati quali appartenenti alle organizzazioni della jihad globale.
L’operazione odierna mette ancora una volta in risalto la necessità che le forze di polizia, anche sotto la direzione dell’Autorità giudiziaria, continuino nell’opera di costante aggiornamento del quadro della minaccia jihadista, arrivando a coglierne le più significative evoluzioni, così da risultare in grado di far fronte a comportamenti che, altrimenti, risulterebbero privi di rilevanza per la sicurezza. E’ il caso di chi, come il 52enne bosniaco arrestato, pur non sacrificando la propria esistenza per la causa, decide di fornire un contributo determinante destinando i propri averi al jihad globale.