Niente benzina per 3 giorni: ecco le date da segnarsi – Una buona e una cattiva notizia per tutti noi consumatori alle prese con extra rincari e bollette salatissime, riguardo a benzina e diesel.
Una buona e una cattiva notizia per tutti noi consumatori alle prese con extra rincari e bollette salatissime. Sul fronte della benzina, la buona notizia è che, con la discesa delle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi che prosegue, in tutta Italia si registrano nuovi ribassi dei prezzi.
L’8 dicembre sono scattati nuovi tagli su benzina e diesel nei distributori Eni, -3 cent, IP, -1,5 cent e Q8, -2 cent. In base ai dat dati dell’Osservaprezzi del Mimit, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self è 1,722 euro/litro (1,736 il valore precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,702 e 1,731 euro/litro e i no logo che sfiorano 1,720. Per quanto riguarda il diesel, il prezzo medio ai self è 1,794 euro/litro (contro 1,811), con le compagnie tra 1,773 e 1,808 euro/litro e le no logo 1,789.
Passando invece alla modalità servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 1,870 euro/litro (1,882 il dato precedente) con gli impianti colorati con prezzi tra 1,797 e 1,929 euro/litro e no logo 1,777. La media del diesel servito è 1,942 euro/litro (contro 1,956), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,867 e 2,0 euro/litro e no logo 1,844. Per il Gpl i prezzi oscillano tra 0,776 a 0,793 euro/litro, no logo 0,762. Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 2,302 e 2,623, no logo 2,439.
La cattiva notizia, invece, è che stanno per arrivare tre giorni di sciopero dei benzinai che chiuderanno le pompe, e dunque è bene arrivare preparati. È in programma infatti un blocco di 72 ore dei benzinai in Italia, ma soltanto di quelli autostradali, almeno per ora.
Il fermo è stato proclamato dalle organizzazioni di categoria dei gestori, Faib, Fegica ed Anisa, per via delle novità contenute nella bozza di decreto interministeriale fatta circolare dagli ultimi giorni della scorsa legislatura, come ha spiegato a Today il presidente Faib autostrade Antonino Lucchesi.
Il nodo delle concessioni autostradali
Il 7 agosto 2020 era scaduto il precedente decreto sulle concessioni, che poi non è stato rinnovato causa pandemia, congelando di fatto tutte le assegnazioni. Lo scorso 31 ottobre dovevano uscire le nuove regole, ma questo non è avvenuto, “motivo per cui ad oggi noi non possiamo sapere come andrà a finire. Ci spaventa il fatto che, nella bozza circolata negli ultimi mesi, noi non esistiamo completamente”.
Prima con il governo Conte e poi con Draghi le associazioni di categoria avevano avanzato proposte, rimaste tutte disattese. “Urge un nuovo decreto sulle concessioni autostradali. Sarà un decreto importante perché sancirà il modo in cui verranno espletate le gare e quali saranno le nuove regole. Soltanto scoprendo questo potremo capire se sopravviveremo o no” spiega Lucchesi.
Ci sono però anche i problemi legati alle bollette e agli interventi del governo, come spiegato dal presidente Faib autostrade: “Noi siamo costretti a rimanere aperti h24, ma adesso è arrivata anche la batosta delle bollette, passate da 2.200 euro mensili a picchi di 9mila, nonostante il consumo non sia cambiato. Anche se in questo momento ci interessa di più la nostra sopravvivenza, gli aspetti economici hanno il loro peso. Siamo stati costretti a rimanere aperti anche durante la pandemia, quando nessuno poteva circolare. Gli aiuti governativi sono arrivati, ma non sono stati in grado di pareggiare le perdite. Infine c’è anche il problema della transizione elettrica e di come verrà gestita: noi chiediamo di diventare gestori della mobilità, erogando GPL, benzina o elettricità“. …..