Saman Abbas il padre sarà estradato in Italia, ma i tempi si allungano

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Saman Abbas il padre sarà estradato in Italia, ma i tempi si allungano – L’udienza in cui si sarebbe dovuto discutere l’estremo tentativo di opporsi all’estradizione di Shabbar Abbas è stata rinviata alla prossima settimana. “Il rinvio è stato motivato con un difetto di notifica” ha spiegato all’AGI Mahmood Akhtar, il legale del padre di Saman che ha presentato il ricorso. In particolare, ha precisato, “non è stato avvisato dell’udienza il Ministero dell’Interno pakistano”. I tempi per il rientro in Italia di Shabbar quindi si allungano, sempre che l’Alta Corte di Islamabad non accolga il ricorso del legale bloccando in extremis la consegna.

Il governo pakistano ha comuqnue disposto la consegna alle autorità italiane di Shabbar Abbas, il padre di Saman. Contattato telefonicamente in Pakistan, Akhtar riferisce che “è stato emesso oggi l’avviso all’imputato”. A luglio la corte distrettuale di Islamabad aveva espresso parere favorevole all’estradizione del padre della ragazza morta a 18 anni a Novellara.

Nel processo che si celebra a Reggio Emilia, Shabbar è imputato assieme alla moglie e ad altri due familiari. Mancava il parere del governo che ora è arrivato. Resta, a quanti riferisce il legale, un ulteriore tentativo di appello contro l’estradizione in un’udienza che si svolgerà oggi davanti all’Alta Corte di Islamabad.

Chi è e di cosa è accusato

Shabbar Abbas, 47 anni, è arrivato dal Pakistan a Novellara (Reggio Emilia) nel marzo del 2013 dove ha vissuto da solo fino al dicembre del 2016 quando è stato raggiunto dalla moglie Nazia e dai figli Saman e Ali Haider. Nell’informativa dei carabinieri agli atti dell’indagine, viene definito, sulla base alle intercettazioni, come “un tipo litigioso, facile all’ira, dedito all’alcol”. Un ritratto analogo è stato fatto di lui all’indomani del ritrovamento del corpo senza vita di Saman anche dai media pakistani.

Nel capo d’accusa, la Procura lo delinea come “determinatore” del delitto della figlia assieme alla moglie. Il movente sarebbe da ricercarsi nella volontà di punire la figlia “perché la ragazza non viveva secondo i dettami culturali musulmani e pakistani, era scappata di casa, si era rivolta ai servizi sociali che l’avevano collocata in una comunità protetta e aveva intrapreso una relazione con un ragazzo pakistano in Italia, rifiutandosi di sposare il fidanzato scelto dai genitori in Pakistan così disonorando la famiglia”.

I coniugi sono accusati di omicidio e sequestro di persona in concorso con altri 3 familiari, lo zio Danish Hasnain e i cugini Nomanulhaq e Ijaz Ikram), ritenuti gli esecutori dell’omicidio.

Nell’avviso di chiusura delle indagini si legge che la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, dopo che Saman (allontanata dalla famiglia su disposizione del Tribunale per i Minorenni di Bologna il 12 novembre 2020) aveva fatto ritorno nella sua abitazione per recuperare i documenti e andarsene definitivamente di casa, i genitori, affidandola, e gli altri indagati, prendendola in consegna, con violenze e minacce la privavano della libertà personale” per poi ucciderla e seppellirla in una buca dove è stata ritrovata un anno e mezzo dopo. Secondo l’autopsia, la ragazza sarebbe stata “strangolata o strozzata”. La prossima udienza del processo, dedicato finora all’ascolto dei testimoni, è fissata per l’8 dicembre.

Agi 

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