Si chiama “Spy Princess” la miniserie TV sulla principessa indiana Noor Inayat Khan, diventata una spia anti-nazista
Avete mai sentito parlare di Noor Inayat Khan (usava anche lo pseudonimo di Nora Baker)? Ebbene, era una principessa indiana che durante la Seconda Guerra Mondiale lavorò come spia inglese, collaborò con la Resistenza francese contro i nazisti e per questo pagò con la vita.
Le sarà dedicata miniserie TV intitolata “Spy Princess”, basata sulla biografia “Spy Princess: The Life of Noor Inayat Khan” della scrittrice indiana Shrabani Basu, che farà da consulente della produzione. Non si sa ancora dove la miniserie verrà trasmessa, ma sarà certamente molto contesa.
Noor sarà interpretata da Freida Pinto, lanciata dal film “The Millionaire”. Il regista della pellicola sarà il britannico di origine thailandese Anand Tucker e tra i produttori c’è Andy Patterson, che con lui ha lavorato a film come “La ragazza con l’orecchino di perla”. La sceneggiatrice è la stessa della famosa pellicola con Scarlett Johansson e Colin Firth: Olivia Hetreed.
Mettendo da parte le “note tecniche”, qual è la storia di questa eroica principessa, che soprattutto fu compositrice, scrittrice ed agente segreta? Nacque a Mosca il 1° gennaio del 1914, maggiore di tre figli, da padre indiano musulmano sufi e madre americana convertita al sufismo.
Poco dopo la nascita di Noor, la sua famiglia si trasferì in Inghilterra, dove rimase durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1920 si trasferì in Francia, nei pressi di Parigi, e la ragazza studiò Psicologia Infantile alla Sorbona e Musica al Conservatorio parigino. Diventò scrittrice pubblicando poesie e racconti per bambini, scrivendo sia in inglese che in francese, collaborò con riviste francesi dedicate ai più piccoli e iniziò a lavorare in radio.
Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e la Francia subì l’invasione nazista, Noor si trasferì con la famiglia (suo padre morì quando lei aveva tredici anni) a Bordeaux e andò a vivere nuovamente in Inghilterra.
Pacifista come tutta la sua famiglia, Noor decise comunque (o forse per questo) di combattere militarmente i nazisti e si augurava e altri indiani facessero lo stesso per creare un ponte con gli inglesi (colonizzatori). Nel novembre 1940 si unì alle forze ausiliare femminili dell’aviazione e poi fu addestrata come operatrice radiofonica.
Successivamente venne reclutata come spia britannica dei tedeschi in Francia, nome in codice “Madeleine”.
La missione a cui Noor fu inviata nel 1943 fallì una settimana più tardi, ci furono una serie di arresti e, per sfuggire alla Gestapo, la donna avrebbe dovuto far ritorno in Inghilterra. Tuttavia convinse i superiori a farla rimanere e la missione poté continuare, anche se la mole di lavoro di Noor aumentò notevolmente.
Per quattro mesi portò rifornimenti ai partigiani francesi, fu la prima donna ad inviare in Inghilterra rapporti su ciò che facevano i nazisti e fece in modo che i soldati alleati potessero muoversi in sicurezza. Gli storici ritengono che abbia dato un importante contributo allo Sbarco in Normandia.
Noor fu tradita o da un agente che faceva il doppio gioco con i tedeschi o per gelosia dalla sorella di un suo superiore morto a Buchenwald nel settembre 1944.
Noor fu arrestata, violentata e torturata, ma non disse mai nulla ai nazisti. Tentò tre volte la fuga (la terza sembrò riuscire), ma venne arrestata nuovamente e insieme ad altre tre donne (due inglesi e una francese) accusate di spionaggio, fucilata a Dachau il 13 settembre 1944. Quindi quando morì aveva appena 30 anni. L’ultima parola che avrebbe pronunciato, sarebbe stata “Libertè!”, “Libertà!”. Le furono tributati la Croce di guerra 1939-1945 in Francia; il titolo dell’Ordine dell’Impero britannico, la Menzione militare, e Croce di San Giorgio, la più alta onorificenza del Regno Unito e del Commonwealth.