Isole Egadi: i robot scoprono una nave romana nei fondali

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isole egadi - nave romana

Isole Egadi – Il relitto del IV-V secolo d.C. presenta un carico integro di anfore originario della penisola Iberica. L’archeologo Sebastiano Tusa aveva indicato in questo mare una fonte inesauribile di microstorie.

I robot a caccia di antiche civiltà. Un relitto è stato individuato alla profondità di 98 metri nel mare delle Egadi. La nave, del IV-V secolo d.C., presenta un carico integro di anfore del tipo Almargo 51c di origine della penisola Iberica. La scoperta è frutto della campagna di ricerca in corso nello specchio d’acqua delle Isole Egadi, coordinata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana con la collaborazione con la Rpm Nautical Foundation, organizzazione no-profit di ricerca archeologica e istruzione che dal 2005 sostiene la ricerca archeologica marittima della Regione, e l’Università di Malta.

“Questa scoperta è l’ennesima dimostrazione di un lavoro incessante che prosegue sui nostri fondali – evidenzia l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà – per scoprire nuovi siti archeologici sommersi. L’uso sempre più frequente delle nuove tecnologie nel campo della ricerca subacquea sta consegnandoci soddisfacenti risultati aprendo il Mediterraneo a una lettura più ampia e dettagliata. La scoperta di un nuovo relitto ad alta profondità, dopo quello della nave romana individuata a Isola delle Femmine, conferma l’importanza delle collaborazioni internazionali“.

“L’eccezionale scoperta – osserva la Soprintendente Valeria Li Vigni – è una conferma di quanto già sostenuto dalla Soprintendenza del Mare sin dai tempi di Sebastiano Tusa che aveva indicato nel mare delle Egadi una fonte inesauribile di microstorie che ci portano verso la conoscenza della Storia, non solo della Sicilia ma del Mediterraneo“.

Due le campagne di ricerca effettuate, a novembre del 2020 e a luglio di quest’anno, con un side scan sonar a bordo dell’Hercules, che ha fornito importanti target sui quali è ripresa la ricerca negli scorsi giorni. Le numerose rilevazioni (strisciate), effettuate con avanzati strumenti di robotica quali l’Auv (autonomous underwater vehicle) e il Rov (remotely operated vehicles), hanno consentito di delineare in dettaglio il relitto con il suo carico di anfore la cui restituzione in 3D verrà realizzata nel 2022 da SopMare e l’Università di Malta.

Agi

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