Covid-19 31 gennaio 2020-31 gennaio 2022. Due anni di terrorismo informativo, di manipolazione di massa e di dittatura sanitaria.
Due anni di esperimento sociale. Due anni durante i quali una intera nazione è stata trasformata in un laboratorio, con i cittadini ridotti a cavie, sia dal punto di vista sanitario che da quello tecnico-finanziario.
Chi definisce complottisti coloro che indagano e denunciano questa campagna di mutazione antropologico-economica è un infame, ha scritto con decisione Giorgio Agamben.
E così è.
Al momento della chiusura di questo saggio, la condizione in cui versa l’Italia non lascia adito a dubbi sull’esistenza di una strategia volta ad affossare il Paese.
Del resto, contro i dissidenti, contro coloro che chiedevano la verità, contro coloro che denunciavano le operazioni persecutorie e oppressive nei confronti della popolazione, è stato applicato un embargo mediatico.
Mentre le agenzie governative continuano a diffondere dati farlocchi, proiezioni taroccate e ipotesi terrorizzanti, tutti gli apparati si sono appiattiti sulle veline distribuite a piene mani dal potere.
L’informazione è propaganda di regime, la magistratura sembra catatonica, i parlamentari sono vergognosamente compatti sulle posizioni del vertice.
La paura è stata l’arma che da subito si è rivelata efficace nell’opera di addomesticamento della massa, senza escludere i ricatti e le minacce, fino ad arrivare alle liste di proscrizione e alle estorsioni.
Questo lavoro è un semplice prontuario per conoscere l’inizio di questo progetto, che ha usufruito del Covid-19 per accelerare una strategia decisa anni fa e spiegare le varie tattiche usate per raggiungere l’obiettivo prefissato. È anche un atto di accusa per gli addomesticati, perché ormai tutti possono accedere a fonti e documenti inequivocabili che dimostrano la realtà offuscata dalla montatura pandemica. Chi non sa, non vuole sapere, e chi non vuole sapere o e in malafede, o è interessato, o semplicemente ha la stoffa
del suddito.
Al progetto politico fintamente sanitario bisogna rispondere con una controdenuncia politica di ribellione.
Non accettiamo la “nuda vita” vegetativa, ma neppure quella precedente esistenza scialba e superficiale che ha favorito questo colpo di stato strisciante.
Vogliano una vita che sia creatrice di destino, sovrana nelle decisioni, partecipe della Storia. ( libreria Europa)
Adriano Segatori è psichiatra-psicoterapeuta, membro della sezione scientifica “Psicologia Giuridica e Psichiatria Forense” dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, dottore di ricerca in Filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica (Università dell’Insubria – Varese), cultore della materia in Filosofia della politica presso l’Università degli Studi di Trieste. Autore di numerosi articoli e saggi di politica, filosofia e analisi sociale. Pubblicazioni recenti: Dove va l’anima? (intervista a cura di Angela Deganis), 2007; Oltre l’utopia basagliana, 2010; Psicoanalisi e Tradizione. Differenze, contaminazioni, opportunità, in Julius Evola, L’infezione psicanalista, 2012.