L’Europa tradita e l’agonia di una civiltà, saggio di Adriano Segatori

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l'europa tradita - adriano segatori - prefazione - souad sbai
É un saggio da leggere tutto d’un fiato L’Europa tradita e l’agonia di una civiltà. Una disamina appassionata e appassionante, lucida e illuminante, elaborata da Adriano Segatori nelle vesti di psichiatria della crisi che sta attraversando il continente europeo, nelle sue molteplici e interconnesse sfaccettature. Politica, economia, cultura, religione: i “paradigmi della deriva” riportati in superficie, la verità nuda e cruda esposta dall’autore sia come un atto di accusa verso coloro che del tradimento si stanno macchiando, che come un atto di amore verso una civiltà e una realtà storica fatta di grandi popoli, di uomini e donne, di giovani per i quali sono stati delineati scenari futuri dai contorni a dir poco inquietanti e ogni giorno più vicini.
I traditori dell’Europa, i perpetratori della sua terribile agonia prendono le mosse dall’Illuminismo e si collocano oggi a sinistra. Marxismo, terzomondismo, immigrazionismo: Segatori identifica i virus ideologici alla base della malattia che si è impossessata di menti e cuori, società e mass media, governi e istituzioni, scatenando “l’onda distruttrice” che con inarrestabile violenza sta travolgendo identità, tradizioni, valori, in Italia e nel resto d’Europa e dell’Occidente. Quel che resta è il vuoto del multiculturalismo, “la trappola multiculturale” divenuta imperativo categorico specie per le cosiddette élite, poste alla guida di una macchina da guerra che si avvale di partitici politici e militanti, organizzazioni non-governative e studentesche, giornali, televisioni e di tutti gli ingranaggi funzionali al conseguimento dell’obiettivo.
È stato facile promuovere il multiculturalismo camuffandolo come fosse sinonimo di molteplicità di culture. Dietro di esso, in realtà, si nasconde un grande inganno, volto a far sì che gli europei, animati da quel “sentimento di colpa” diagnosticato da Segatori come il sintomo principale della loro malattia, arretrassero spontaneamente i propri spazi, anche territoriali, per accogliere e integrare tutto ciò che è altro da sé, spingendosi fino all’autoannullamento, alla “sottomissione”. Ma se è vero, e lo è, che la natura aborre il vuoto, dal caos generato dal crollo delle strutture della civiltà europea è pronto ad emergere una nuova forte identità, che non intende coesistere in maniera pacifica in un quadro multiculturale: il fondamentalismo islamista, incarnato dai Fratelli Musulmani.
I Fratelli Musulmani operano da decenni all’interno delle società occidentali al fine di assumerne gradualmente il controllo. Il progetto di conquista, la formulazione scritta delle ambizioni della Fratellanza in Occidente, risale al 1982, ma è nella natura e nella dottrina dell’Islam politico ricercare il predominio. Le sventurate Primavere Arabe sono state il frutto di un lungo e paziente
lavoro di penetrazione nei gangli vitali dei paesi di Medio Oriente e Nord Africa, avviato fin dal 1928, anno di fondazione dei Fratelli Musulmani, e portato avanti nel corso dei decenni parallelamente all’attuazione dell’agenda islamista in territorio europeo.
Il mondo arabo ha reagito con determinazione al progetto di conquista dei Fratelli Musulmani, affrontando a viso aperto anche gli stati canaglia che ne sono oggi gli sponsor principali: il Qatar degli emiri Al Thani e la Turchia di Erdogan. Dall’Europa, invece, neppure un sussulto. Decenni di moniti, denunce, attività d’informazione e impegno sul campo, non sono bastati a spingere le classi dirigenti a introdurre i provvedimenti necessari a stroncare la graduale avanzata dell’Islam politico. Neppure davanti all’evidenza dei finanziamenti ultra-milionari del Qatar a moschee, associazioni, imam e militanti dei Fratelli Musulmani, su cui gettano luce senza tema di smentita numerosi libri inchiesta e documentari, i governi sono passati all’azione.
Nella penetrazione del tessuto sociale, culturale, politico e istituzionale dei paesi europei, il torpore e l’illusione che accompagnano il multiculturalismo, ha reso gli esponenti dell’autoproclamatosi campo progressista i migliori alleati dei Fratelli Musulmani. Emblematico è il caso dell’Italia, dove le forze di sinistra, operano, inconsapevolmente o meno, come cavallo di Troia del proselitismo della Fratellanza: dalla promozione di ambigui personaggi di matrice islamista, alla legittimazione di organizzazioni riconducibili ai Fratelli Musulmani come interlocutori privilegiati delle istituzioni, al punto da affidargli paradossalmente il compito di provvedere alla deradicalizzazione nelle carceri. Laddove, invece, la consapevolezza dell’inganno del multiculturalismo era presente, è mancato il coraggio di prendere l’iniziativa per adottare adeguate misure di contrasto nei confronti del fondamentalismo dei Fratelli Musulmani, anticamera del terrorismo jihadista dell’ISIS e di Al Qaeda.
Il coraggio, invece, è una virtù di cui Adriana Segatori dispone in abbondanza. Lo dimostra questo saggio, dove sfida a viso aperto le narrative e le manipolazioni del regime del cosiddetto politicamente corretto, imposto per impedire a coloro che nella “trappola multiculturale” non sono caduti, o che ne sono fuoriusciti, di scuotere con la forza e l’autorevolezza delle argomentazioni le classi dirigenti e l’opinione pubblica, perché il malato – l’Europa – può ancora essere salvato. O meglio, come prospetta Segatori, riconquistato dagli stessi popoli europei, per rifondare il continente sulla base della sua stessa civiltà, faro e punto d’arrivo per i popoli di tutto il mondo, che non è ancora irrimediabilmente perduta.
Di Souad Sbai

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