La giornata dedicata alla memoria di Giovanni Falcone è stata suggellata dalla presentazione alla Sala del Senato della Repubblica di Santa Maria in Aquiro, di tre libri vincitori della prima selezione IusArteLibri 2025.
Per la XV° edizione del Pemio IusArteLibri Il Ponte della Legalità, ideato e presieduto dall’avv. Antonella Sotira Frangipane, il tema socio giuridico prescelto è quello delle Libertà.
Le Libertà sono feroci, sia quando qualcuno le sopprime sia quando occorre lottare per farle riconoscere, ricorda l’avv. Sotira prima di lasciare alla giornalista Giovanna Vitale, nota penna de La Repubblica il compito di intervistare gli autori.
Si inizia con il libro del padre della giornalista che fa dono della sua diretta testimonianza della faticosa scelta di radicare i suoi sogni fuori dalla Calabria.
“Il complicato caso di don Onofrio Caccamo e del giudice Mendolìa “(Gangemi editore) del magistrato Giuseppe Vitale, ha una trama ambientata in Calabria.
Come evidenzia l’avv. Raffaella De Camelis, nella sua relazione, sin dalle prime pagine il lettore avverte l’autorevolezza dell’autore che, per i lunghi anni di magistratura in quelle zone, di “ammazatine” e processi per associazione a delinquere ne ha visti. Il resoconto in presa diretta di un complesso e difficile processo di Corte d’Assise, dove le iniziali “apparenze” si tramutano, grado a grado, in tutt’altre sconvolgenti e intricate “verità”, ha come originale contraltare una complicata partita a scacchi tra due improbabili giocatori: il presidente della Corte, Nicola Mendolìa, e il capomafia imputato, don Onofrio Caccamo.
Ricca di idiomi mafiosi e dialettali, la narrazione rende vivi e riconoscibili come autentici i tanti personaggi, anche minori, che affollano il romanzo e che superbamente consapevoli della loro identità ed affiliazione non sono in cerca di autore ma di consenso ad abitare altre pagine. La loro storia è eternata e per questo destinata a ripetersi. Vitale è infatti al suo terzo romanzo e non esclude di proseguire, avendo nella sporta tante altre storie di ambientazione giuridica.
L’intervista prosegue con il giovane magistrato leccese Andrea Apollonio, Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti, al suo secondo romanzo, un sequel di “I Pascoli di Carta.” Entrambi pubblicati da Rubettino Editore, “L’inferno non prevarrà’’, è un romanzo intenso che risente ancora delle influenze non solo stilistiche ma anche ideologiche di Leonardo Sciascia, talmente amato che Apollonio ha chiamato il figlio Leonardo. L’apertura di questo secondo caso del P.M.Salvatori- alter ego dell’autore- che, come buona parte dei personaggi sciasciani, ricerca una verità spesso irraggiungibile, è un vero omaggio alla memoria non retorica di Giovanni Falcone.
Con numerosi richiami al dolore nascosto nelle coscienze e nelle scelte dei magistrati sopravvissuti alla Strage di Capaci o che hanno deciso di servire lo Stato a causa di quell’eccidio, il romanzo offre al lettore spunti di riflessione sul mestiere del magistrato. Le inquietudini del protagonista, ossessionato dall’idea di giustizia al punto da mettere in discussione l’utilità della sua funzione, non intaccano la vis narrativa dell’autore che sapientemente passa da una visione intimistica alla prosa paesaggistica magneticamente ancorata alla bellezza isolana.
Apollonio narra di una mafia antica ma ancora attuale che uccide bestie, incendia boschi e pascoli, deturpa il territorio dei Nebrodi, confina ed isola chi si ribella, che non è diversa da quella che intacca le imprese di cui parla Don Ennio Stamile nel libro “Nonostante Tutto: Franco Cascasi storia di un imprenditore visionario”.
Testimone diretto e protagonista della ferocia mafiosa è Francesco Cascasi, che viene intervistato dal manager Francesco Greco e dall’avv. Emanuela Mirabelli e si attarda molto a raccontare del suo maggiore sconforto: la solitudine in cui le istituzioni e persino gli amici lo hanno relegato dopo la sua coraggiosa scelta di denunciare il capo del clan mafioso che lo vessava.
Nel processo contro il clan nessuna istituzione si è costituita parte civile a sostegno della sua personale battaglia o per il dovere civico e politico di richiedere il risarcimento dei danni subiti dalla collettività a causa delle attività mafiose onde dimostrare un impegno concreto contro la criminalità organizzata.
Alla poliedrica artista e giornalista Giò di Sarno il compito di dare voce ad alcuni toccanti brani dei tre libri.
Le battute conclusive sono state affidate al magistrato Cosimo Maria Ferri, ex Sottosegretario alla Giustizia, attuale Vice Presidente del Consiglio di Presidenza della Magistratura Tributario, membro del Direttivo scientifico del Premio IusArteLibri e Consigliere della Fondazione Bancarella. Ferri evidenzia come il libro non sia solo un grido di denuncia, completo anche di pregnanti passaggi processuali, come la trascrizione completa dell’escussione dibattimentale di Cascasi, ma sia anche una biografia ispirativa da portare nelle scuole.
Stamile infatti dona ai lettori un prezioso affresco sulle umili radici contadine di Cascasi, sui valori della famiglia, sulla tenacia analoga a quella dell’albero del fico, che spingono Cascasi a seguire le sue intuizioni e a realizzare le imprese visionarie con l’impegno costante e sacrificale di chi non sottraendosi alla fatica riconosce il valore dei suoi dipendenti e il dovere di lottare anche per loro.
Nel ricordare le modalità di voto dei libri in concorso, Ferri ha rinnovato l’auspicio agli autori dei romanzi di essere fra i finalisti del Premio che verra consegnato a luglio a Pontremoli con l’alto patrocinio della Provincia di Massa e Carrara, del Comune di Pontremoli, del Centro Lunigianese di Studi Giuridici, fondato da suo padre il Ministro Enrico Ferri.
Mentre per il libro di Don Ennio Stamile, l’appuntamento è in Campidoglio il 30 giugno per la consegna di due premi speciali Vis Iuridica e Virtus Animi.
(credit fotografico di- Ernesto H. Frangipane)