“Climbing Iran”, una scalatrice contro la discriminazione

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Ha mani forti e unghie dipinte di smalto rosa shocking. Nasim Eshqi è l’unica donna free-climber professionista iraniana capace di aprire “vie” su roccia sulle montagne del suo paese. Una impresa riuscita nonostante le mille difficoltà di essere donna in Iran oggi. La sua storia è raccontata nel documentario “Climbing Iran” di Francesca Borghetti, in anteprima mondiale alla Festa del Cinema nella sezione “Alice nella Città”. Una storia in cui lo sport, come superamento delle barriere, si mescola con la sfida ai tabù culturali di un Paese nei confronti delle donne.

“Ho letto per la prima volta di Nasim su una rivista italiana – ha spiegato la regista, Francesca Borghetti – Le immagini di lei che scala la montagna senza velo hanno avuto un forte impatto su di me, quasi una folgorazione. Scalare una montagna impone la sfida di superare i propri limiti personali. E’, in un certo senso, un atto altamente simbolico. Ma quello che mi ha colpito nel caso di Nasim e’ che lei sia cresciuta e viva in Iran, dove il semplice movimento negli spazi pubblici puo’ essere un problema per una donna”.

Nasim è una pioniera dell’arrampicata all’aperto in Iran, dove le donne dovrebbero allenarsi solo su pareti “indoor”, durante orari prestabiliti, e solo tra donne. Dopo essere stata una giovane campionessa di diversi sport, dal karate al kickboxing, Nasim ha seguito il richiamo della natura costruendo la propria strada sulle montagne dell’Iran.

Il film e’ il ritratto di una donna determinata, impegnata a cambiare le cose poco a poco. Oggi Nasim vive a Teheran e insegna ad un piccolo gruppo di ragazze e ragazzi ad arrampicare all’aperto. Una rivoluzione silenziosa che parte dallo sport. Nasim ha un sogno diventato realta’: aprire una “nuova via” sulle Alpi ed entrare a far parte dell’elite del climbing internazionale.

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