Violenza sulle donne: all’approssimarsi del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne, oggi, lunedì 22 novembre, a Milano, si è tenuto un convegno intitolato “Il potere delle parole”, che riguardava il modo di raccontare da parte dei media femminicidi e violenza sulle donne. E’ stato indetto dalla Casa delle donne maltrattate del capoluogo lombardo (Cadmi). Vi hanno partecipato giornalisti che hanno discusso sulle modalità di trattare questi drammatici o tragici episodi e sul proprio dovere di farlo correttamente.
Manuela Ulivi, presidente del Cadmi, ha sottolineato che le vittime di femminicidio vengono descritte spesso sui giornali e telegiornali come “donne che amano troppo, che rimangono troppo col violento”; “donne che non denunciano fino a chiedersi se non siano loro con comportamenti esasperanti a provocare questo. La gelosia è ancora una cosa che giustifica e riduce la gravità del reato”.
La famosa giornalista del Tg 1, inviata di guerra e scrittrice Tiziana Ferrario (di cui è appena uscito il nuovo libro sull’Afghanistan “La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli”, edito da Chiarelettere) era presente al convegno. Ha sostenuto la necessità di formare i giornalisti: “Bisognerebbe introdurre per chi si occupa di comunicazione come materia obbligatoria quella di utilizzare un linguaggio appropriato rispetto al tema della violenza”, ha detto.
Parole analoghe sono state pronunciate da Giulia Siverio, che scrive per “Il Post”: “Bisogna cominciare a studiare, ci sono dei decaloghi con delle regole che si possono iniziare a seguire. Esiste poi, soprattutto in alcuni giornali internazionali, una figura professionale che rivede i pezzi che vengono pubblicati”.
Al convegno è intervenuta anche Giulia Bosetti di “Presa Diretta” su Rai 3. Ha ricordato titoli giornalistici che “sono la riproposizione di tutti gli stereotipi che riguardano la violenza sulle donne. Ci sono tutta una serie di stereotipi che noi media proponiamo e quindi siamo causa ed effetto di questo tipo di cultura e la alimentiamo a volte con delle scelte editoriali”.
Tra i giornalisti presenti c’era anche Gianluigi Nuzzi, conduttore con Alessandra Viero di “Quarto Grado” su Rete 4. Ha puntualizzato che “raccontare il movente di un fatto non significa giustificarlo, la parola raptus non esiste ma il movente sì”.
Intanto stamane, a Cremona, è stato condannato all’ergastolo Eugenio Zanoncelli, operaio di 57 anni accusato di aver ucciso la moglie, Morena Designati, 49 anni, affetta da sclerosi multipla. L’uomo l’ha colpita con un pugno e una stampella sul volto. Secondo l’accusa “Morena era una donna sola” e “ad isolarla sarebbe stato il marito.” Quest’ultimo ha chiesto scusa “per un gesto” che ha definito “non voluto”. Poi ha aggiunto: “Non ho mai pensato di uccidere mia moglie, le volevo bene” (sic!).
Nel pomeriggio, invece, sempre a Milano, è stato confinato agli arresti domiciliari uno chef 25enne di un ristorante stellato in centro, con l’accusa di aver molestato un’amica che, col suo compagno, l’aveva ospitato a dormire nella loro abitazione dopo una serata in discoteca.