Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze

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Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze – Boom di matrimoni forzati, passi indietro sulla prevenzione di gravidanze precoci e mutilazioni genitali. In Italia è record di reati sui minori. È il nuovo dossier Indifesa di Terres des Hommes pubblicato in occasione di questo 11 ottobre, Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze.

L’instabilità globale causata da pandemia, conflitti e cambiamenti climatici mette a rischio i progressi fatti negli ultimi vent’anni per la tutela dei diritti delle bambine e delle ragazze.

È quanto emerge da Indifesa “La condizione delle bambine delle ragazze nel mondo“, il dossier che Terres des Hommes ha pubblicato in occasione della Giornata mondiale delle bambine che si celebra ogni anno l’11 ottobre.

La vita di milioni di bambine e ragazze è minacciata dalle mutilazioni genitali femminili, dalle gravidanze precoci e dai matrimoni forzati, da violenze in ambiente domestico e online, da discriminazione e disuguaglianze che portano alla loro esclusione da percorsi educativi e mondo del lavoro e ne impediscono l’uscita dalla povertà.

La vita di bambine e ragazze è minacciata già prima della nascita e durante tutta l’esistenza. Dal dossier emerge che, nonostante le politiche di contrasto degli anni recenti, la pratica degli aborti selettivi è ancora diffusa soprattutto in Cina e in India: negli ultimi 50 anni sarebbero stati oltre 142 milioni quelli praticati.

Si restringe sempre di più la finestra per intervenire ed evitare che milioni di bambine nel mondo siano sottoposte a mutilazioni genitali femminili (Mgf): in Gambia l’età media in cui si ricorre a queste pratiche è scesa da 4 a 2 anni, mentre in Kenya da 12 a 9.

Si stima che siano 200 milioni le ragazze e le donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili (dati Oms) e che, ogni anno, se ne aggiungono altri 3 milioni. I rischi? Chi subisce queste pratiche deve fare i conti con conseguenze fisiche e psicologiche e rischia di morire per emorragie o infezioni. La Somalia è il Paese in cui l’incidenza è più elevata: le persone con Mgf sono il 99 per cento.

L’istruzione è uno dei fattori di prevenzione più forti per le Mgf: se le madri hanno completato il primo ciclo d’istruzione scende del 40% il rischio che infliggano mutilazioni alle proprie figlie.

Ogni anno sono 12 milioni le ragazze under 18 costrette a sposarsi (Unicef), pari a circa il 21% del totale delle spose.

Tra i 2010 e il 2020 i progressi in termini di prevenzione hanno permesso di salvare 25 milioni di bambine e adolescenti destinate a matrimoni forzati. La crisi economica, la siccità, la guerra e il lockdown dovuto alla pandemia hanno peggiorato la situazione: se prima si stimava che fossero 100 milioni le bambine che entro il 2020 sarebbero state costrette a sposarsi, oggi quel dato è cresciuto di altri 10 milioni.

L’Italia non è esente da questo fenomeno. La polizia ha registrato un aumento dei reati legati ai matrimoni forzati, le vittime sono per un terzo minorenni: 7 in 5 mesi nel 2019, 8 nel 2020, 21 nel 2021. Le vittime sono per l’85% di genere femminile e per il 64% di origine straniera, mentre il 71% degli autori noti è maschio.

osservatoriodiritti

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