Turismo – L’attenzione è tutta sul Consiglio dei ministri che giovedì 20 gennaio potrebbe approvare un provvedimento con una nuova tranche di ristori a sostegno delle attività economiche colpite duramente dalla pandemia Covid 19. In questo caso i sostegni dovrebbero essere a discoteche, impianti sportivi, realtà culturali e turismo. Allo stato attuale l’ipotesi è di un budget sotto i due miliardi di euro, ma il confronto sulle risorse sarà aperto fino a poche ore prima delll’inizio del vertice a Palazzo Chigi. La strategia dovrebbe essere quella di risorse non per tutti, ma mirate ai settori rimasti chiusi da inizio anno e dall’inizio della quarta ondata.
In un intervento al question time il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha messo in evidenza che «il settore è ancora in sofferenza e per questo abbiamo fatto specifiche richieste ai membri del governo. Domani (giovedì 20 gennaio, ndr) ci sarà un Cdm che ci auguriamo darà una risposta abbastanza seria e completa a una serie di misure che abbiamo richiesto: ovvero la proroga della cig Covid, il credito d’imposta per la locazione degli immobili, l’esenzione del versamento della prima rata dell’Imu, la proroga delle misure di sostegno finanziario per le imprese, la decontribuzione per chi rientra dalla Cig e l’incremento del fondo che abbiamo a bilancio (attualmente di 120 milioni)».
In attesa che il quadro dei sostegni si definisca, è proprio il mondo del turismo a porre l’accento sulle conseguenze di una crisi che nel solo 2020 tra paura del contagio, limitazioni agli spostamenti delle persone e provvedimenti di chiusura di alcune attività dei comparti ricettivo, ricreativo e culturale, ha determinato un drastico calo del fatturato e della redditività. Secondo un report di Bankitalia, il fatturato delle società di capitali operanti nei comparti dell’alloggio, della ristorazione e dell’intrattenimento si è contratto del 40% nel 2020, circa quattro volte la riduzione registrata per la media delle imprese (11%).
Federalberghi, a rischio 500 mila lavoratori
Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, rivolgendosi ai segretari generali delle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ricorda che il turismo tartassato dalla pandemia «sta vivendo un dramma quotidiano, che rischia di provocare un contraccolpo durissimo ai 500 mila lavoratori e di conseguenza alle loro famiglie. Le grandi città, che nel 2019 rappresentavano un quinto delle presenze turistiche registrate in Italia, hanno subito un crollo del 71% nel 2021: è pressoché impossibile sopravvivere con questi dati», osserva ancora Bocca.
A Roma un albergo su tre è chiuso
Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, pone l’accento sul fatto che la crisi minaccia tutti: «Trasporti turistici, agenzie di viaggio, guide turistiche, ricettività alberghiera ed extralberghiera rischiano di collassare. A Roma, ma la situazione è simile in tutte le grandi città turistiche, un albergo su tre è chiuso. E per quelli aperti il livello di occupazione delle camere è a livelli percentuali molto bassi, come purtroppo anche in altre località turistiche: per gli hotel di Milano, Venezia, Roma e Firenze – continua Bussoni – il tasso di occupazione è tra il 17 ed il 19% delle camere rese disponibili». Enrico Postacchini di Confcommercio chiede di prolungare la Cig Covid, scaduta lo scorso 31 dicembre, «a cominciare dalle imprese del settore turismo, per poi abbracciare anche altri ambiti del terziario di mercato ancora fortemente colpiti dalla pandemia».
Coldiretti, nel 2021 in agriturismo un milione di presenze in meno
Ci sono poi gli agriturismi. Secondo la Coldiretti, per questo target il 2021 si è chiuso con quasi 1 milione di arrivi in meno rispetto al 2019. La tenuta delle presenze nei mesi estivi non è stata sufficiente a colmare i pesanti vuoti degli altri periodi dell’anno nelle oltre 25 mila strutture. Se gli ospiti italiani sono stati 1,5 milioni, in calo di circa mezzo milione rispetto all’anno precedente, gli stranieri hanno sfiorato quota 669 mila, in contrazione per oltre 1,1 milioni. Il risultato è stato il dimezzamento del fatturato (-49%), sceso a 802 milioni di euro.
Guide e accompagnatori turistici: sono urgenti sostegni
Non forniscono numeri sulla crisi che l’emergenza pandemica ha prodotto e sta producendo sulla categoria, ma in una lettera congiunta a Garavaglia, Paola Migliosi e Micol Caramello, rispettivamente presidenti nazionali di Confguide Confcommercio e Federagit Confesercenti, chiedono un incontro urgente con il ministro per definire un progetto di aiuti e sostegni alla categoria, a partire dal riconoscimento di un’indennità per le partite Iva con codice Ateco 79.90.20 e dalla decontribuzione degli oneri previdenziali e assistenziali per l’anno d’imposta 2022. Tra le richieste avanzate dalle guide anche un sostegno economico a fondo perduto per l’aggiornamento professionale e l’implementazione di beni strumentali allo svolgimento del servizio, soprattutto in considerazione delle nuove modalità lavorative che sarà necessario adottare a causa della pandemia.
Omt, flussi internazionali torneranno ai livelli pre-Covid nel 2024
La situazione di difficoltà in cui versa il comparto è destinata a non migliorare a breve. Il barometro pubblicato dall’Organizzazione mondiale del turismo pone l’accento sul fatto che il turismo internazionale nel mondo non tornerà ai livelli pre-pandemia prima del 2024. L’indagine preannuncia un inizio 2022 ancora «perturbato» a causa della diffusione della variante Omicron. Secondo le stime dell’Organizzazione, il numero di turisti internazionali è aumentato del 4% nel 2021 rispetto al 2020, ma è rimasto inferiore del 72% ai livelli del 2019. L’Organizzazione stima che il contributo economico del turismo nel 2021 si è attestato a circa 1.900 miliardi di dollari (1.675 miliardi di euro), cifra ben distante dai 3.500 miliardi di dollari (3.090 miliardi di euro) del 2019. Insomma, le condizioni strutturali per una ripresa del comparto non sono proprio dietro l’angolo. L’allarme degli operatori, invece, è già drammaticamente attuale.