L’inflazione vola: stangata da oltre 42 miliardi e portafogli vuoti. Ecco cosa ci aspetta – La fiammata dell’inflazione registrata nel corso del 2022 costerà agli italiani la bellezza di 42,3 miliardi di euro. Lo denuncia Assoutenti. L’associazione ha elaborato l’impatto del rialzo dei prezzi al dettaglio certificato ieri dall’Istat con i nuovi dati sul tasso di inflazione. «Il caro-bollette, l’escalation dei carburanti e i rialzi delle materie prime sono stati interamente scaricati sui consumatori finali. Attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio che porta la media dell’inflazione per il 2022 a raggiungere quota +5,3%», spiega il presidente Furio Truzzi.
Inflazione, stangata di 42,3 miliardi
«Questo significa che, ai valori attuali, le famiglie italiane a parità di consumi andranno incontro ad una stangata pari a complessivi 42,3 miliardi di euro nell’anno in corso», sostiene il presidente. «Un flagello quello dei prezzi che impoverirà una consistente fetta di popolazione e determinerà una forte perdita del potere d’acquisto dei cittadini, con effetti negativi per l’economia nazionale e ripercussioni sul fronte della ripresa».
Contrastare il caro-prezzi e i rialzi delle bollette
Proprio per protestare contro i rincari abnormi dei prezzi al dettaglio, per la prima volta in Italia tutte le associazioni dei consumatori iscritte al Cncu si uniranno in una assemblea generale indetta per il prossimo 6 aprile e finalizzata a presentare al governo un pacchetto di misure contro i rincari di alimentari, carburanti e bollette energetiche, e chiedere alla politica maggiore attenzione verso la situazione di crisi in cui versano oggi gli utenti.
Inflazione, nell’area euro è salita a marzo al 7,5%
L’inflazione annua nell’area euro è salita al 7,5% in marzo dal 5,9% in febbraio, secondo la stima preliminare di Eurostat. A spingere l’inflazione nell’area euro è soprattutto l’energia, che in marzo è rincarata del 44,7% su base annua, accelerando ancora rispetto al +32% di febbraio; seguono alcolici, cibo e tabacchi (+5%), beni industriali non energetici (+3,4%), servizi (+2,7%).
Alta in marzo anche l’inflazione core, depurata cioè dagli elementi più volatili (energia, cibo, alcool e tabacchi), che dal +2,7% di febbraio sale al +3%. Il tasso di inflazione generale mensile, cioè rispetto a febbraio, è del +2,5%, quello core +1,2%.