Pensioni: dal 1° gennaio scattano gli aumenti, Giorgetti firma decreto

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Pensioni, dal 1° gennaio scattano gli aumenti, Giorgetti firma decreto – Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che fa scattare un adeguamento delle pensioni dei cittadini.
Una grandissima novità è in arrivo per tutti i pensionati: con l’anno nuovo aumentano le pensioni. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha infatti firmato il decreto che fa scattare un adeguamento delle pensioni dei cittadini. L’aumento, come previsto dalla normativa, è stato calcolato sulla base dell’inflazione calcolata dall’Istat al 3 novembre 2022.

E dunque, tutti i pensionati riceveranno un aumento della propria pensione pari a +7,3%, a partire dal 1° gennaio 2023.

Come si andrà in pensione dal 2023

Intanto, prosegue la discussione politica in merito al futuro della riforma pensionistica. La neoministra del Lavoro Marina Calderone ospite a Porta a Porta ha sottolineato che “in questo momento dobbiamo lavorare sulle ipotesi esistenti”. Ma quali sono?

Opzione donna e Ape sociale sono per il Governo da riconfermare, assicura Calderone, ma poi c’è anche la tanto discussa Quota 41 , che “non può essere solo un 41 secco, quindi e solo esclusivamente 41 anni di contributi, ma invece può essere un punto di partenza di un ragionamento che però contempli anche un collegamento a un gate di uscita che è l’età”.

Realisticamente, chiarisce la ministra, l’età può essere intorno ai 62-63 anni come ipotesi di lavoro, “però ci potrebbe essere un ragionamento sui 61” e “quello solo per un anno, in attesa di una riforma strutturale che vada anche a interessare la previdenza complementare”.

Quanto costa Quota 41

Le simulazioni effettuate con Quota 41 dicono che nel 2023 potrebbero andare in pensione circa 83mila persone in più rispetto a uno scenario con il ritorno della legge Fornero. Ma quanto costerebbe Quota 41? Il pagamento degli oneri previdenziali per lo Stato ammonterebbero a 1,13 miliardi di euro.

La proposta di mantenere Quota 41 solo per il 2023 permetterebbe di abbattere i costi per lo Stato, che altrimenti lieviterebbero fino a 4 miliardi di euro se il sistema fosse adottato fino al 2025. Ma Quota 41 non piace all’INPS.

Meloni: “Rischio pensioni future inesistenti”

Ciò che è certo, anche agli occhi del nuovo governo Meloni, è che serve una riforma di sistema pensionistico: “Credo che, se vogliamo guardare al tema e non solo esclusivamente in chiave di uscita dal mondo di lavoro, ma anche di cosa sarà in futuro la spesa pensionistica e cosa saranno le pensioni dei nostri figli e nipoti, questo tema dobbiamo porcelo”.

Ma la situazione non è per nulla florea. La premier Giorgia Meloni lancia l’allarme di fronte ai sindacati: “Si rischiano pensioni future inesistenti” dice.

Meloni ricorda che “siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale, usciamo da una pandemia, c’è una crisi energetica in corso, un aumento dei costi delle materie prime, un’inflazione vicina al 10%, salari inadeguati, pensioni di oggi basse” e la preoccupazione forte, e reale, conclude, è che “quelle future che rischiano di essere inesistenti”.

quifinanza

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