I Fratelli Musulmani, dalla Primavera araba alla conquista dell’Occidente

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Ancora oggi, ad alcuni anni di distanza, ci si chiede se le rivoluzioni scoppiate in Medio Oriente e Nord Africa tra il 2010 e il 2011, la cosiddetta Primavera Araba, siano state delle vere rivoluzioni democratiche. E se sia stato giusto definirle come primavera. In realtà, il loro esito ha smentito completamente la narrativa che vedeva lo sbocciare di una primavera nel fermento che stava attraversando il mondo arabo in quel periodo. È stata infatti l’anima islamica radicale, incarnata dai Fratelli Musulmani, a prendere la guida di quei tumulti, con l’obiettivo d’imporre dittature fondamentaliste. L’illusione della primavera si è pertanto rivelata un inverno islamista, il risultato di un piano disegnato appositamente per portare la Fratellanza al potere in Egitto, Tunisia, Libia, Siria, innescando un effetto domino che avrebbe dovuto travolgere tutta la regione, come piattaforma per un’espansione a livello globale e verso l’Occidente in particolare.

Chi sono davvero i Fratelli Musulmani? La Fratellanza è la principale organizzazione transnazionale islamista, nella quale affondano le proprie radici ideologiche Al Qaeda, Isis e l’intera galassia dell’estremismo e del terrorismo contemporaneo di matrice jihadista. Fondata negli anni venti del secolo scorso in Egitto da Hassan Al Banna, sin dalle origini il suo principale campo d’azione è stato il Medio Oriente, ma oggi la sua vasta rete avvolge sempre più strettamente anche l’Occidente. Seguendo i dettami di Al Banna e, successivamente, di Sayyid Qutb, anch’egli egiziano, i Fratelli Musulmani hanno messo in atto una paziente e lunga opera di penetrazione nel tessuto religioso, sociale, culturale, politico ed economico dei paesi del mondo arabo. Maghreb, Mashrek, Golfo: i Fratelli Musulmani hanno acquisito gradualmente in tutta la regione una forza tale da riuscire a sostenere la loro aspirazione di prendere il potere. L’occasione tanto attesa è arrivata con quella che è erroneamente passata alla storia come Primavera Araba.

Nel tentativo di realizzare le proprie ambizioni di conquista, la Fratellanza non ha agito in solitudine. La non-santa alleanza con il Qatar e la Turchia di Erdogan ha fornito la spinta finanziaria, la legittimazione politica e la copertura mediatica – basti pensare al ruolo svolto da Al Jazeera – indispensabili a far sì che dei rovesciamenti di regime venissero interpretati, soprattutto in Occidente, come rivoluzioni democratiche. Il piano è fallito, ma le ambizioni dei Fratelli Musulmani e dei paesi che li sponsorizzano sono ancora vive, tanto in Medio Oriente quanto in Occidente. I Fratelli Musulmani non intendono infatti sottomettere solo il mondo arabo, come spiego a chiare lettere nel mio ultimo libro “I Fratelli Musulmani e la conquista dell’Occidente”.

L’Occidente, tuttavia, si rifiuta di riconoscere la vera natura dei Fratelli Musulmani e continua a considerarli “moderati”, consentendo alle organizzazioni e alle figure espressione della Fratellanza di fare proselitismo e accrescere la propria influenza all’interno delle comunità islamiche soprattutto in Europa, Italia compresa, grazie al supporto finanziario del Qatar. Il tutto in nome di un malinteso multiculturalismo.

L’Italia, l’Europa e l’Occidente dovrebbero invece seguire l’esempio del mondo arabo moderato, rappresentato dal cosiddetto Quartetto contro il terrorismo, composto da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto. Il Quartetto sta producendo enormi sforzi nel tentativo di spezzare “la linea rossa del jihad”, come viene definita nel mio libro, che unisce Doha, Istanbul e i Fratelli Musulmani. Nei confronti del Qatar, ad esempio, il Quartetto opera da oltre un anno un blocco aereo, terrestre e marittimo, mentre l’Egitto continua la sua lotta interna al terrorismo dei Fratelli Musulmani.

L’Occidente, d’altro canto, resta sordo ai richiami del Quartetto e invece di contribuire all’isolamento del Qatar, chiude gli occhi e preferisce cedere alle lusinghe degli “investimenti” economici e finanziari di Doha. Specialmente in Italia, il Qatar sta comprando tutto e tutti in cambio del silenzio sulle sue politiche di destabilizzazione del Medio Oriente e di fiancheggiamento del terrorismo, e in cambio dell’indifferenza verso il proselitismo dei Fratelli Musulmani in territorio italiano.

In questo scenario, il mio ultimo libro vuole essere non solo un atto di accusa, ma uno strumento per risvegliare la coscienza degli italiani e di tutti gli europei, affinché si oppongano al giogo dell’estremismo islamista, acquisendo piena consapevolezza del fatto che l’intenzione del Qatar è quella di ridurre l’Europa a stato vassallo, utilizzando i Fratelli Musulmani come grimaldello come già accaduto in Medio Oriente e Nord Africa sotto le mentite spoglie della Primavera Araba.

Di Souad Sbai per L’Opinione delle Libertà

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