La questione femminile nell’Islam è tema caldo…
“Esistono tre linee: l’islamista-fondamentalista, che propone ripensamenti e avanzamenti sociali, coniugando Sunna e ruolo moderno della donna; quella femminista-liberale, che dai diritti universali tenta di rimodulare la realtà delle musulmane, considerando però una contraddizione l’espressione “femminismo islamico”; c’è chi sostiene una via mediana”.
I Fratelli Musulmani, e non solo, anche in Occidente, parlano di valorizzazione islamica della donna.
“La loro ingerenza è forte in Europa, con stretti rapporti con le forze politiche e liquidità. Hanno compreso che i media sono lo strumento per il potere, ponendosi a unico riferimento per e delle comunità islamiche, livellandole a un pensiero unico. Gli occidentali non hanno capito, anche per via del relativismo culturale”.
E la donna agli albori dell’Islam?
“Khadija, prima moglie del profeta Muhammad, era più anziana. Fu figura femminile straordinaria: emancipata e ricca vedova, mercante e imprenditrice, sensibile e intelligente. Vi fu poi l’altra moglie, ‘Aisha: donna forte, fondamentale per la tradizione islamica, che guidò le preghiere. Combatté contro ‘Ali, genero di Muhammad, per negargli il Califfato e fu sconfitta. Lì cessò l’autonomia della donna nell’Islam, con il plurisecolare e contemporaneo statuto di sottomissione”.
Che ne pensa delle donne imam?
“In Occidente sono esperienze minoritarie, che hanno il diritto di esistere. Ma sono ignorate, risultando irrilevanti. O vengono esecrate. Molte più sono le donne, adepte del femminismo islamista, che fanno proselitismo nelle università, specie nel mondo arabo, convincendo le giovani a radicalizzarsi”.
In Italia lei combatté contro l’infibulazione.
“Che non è pratica islamica, ma tribale, che ha contaminato certe forme di Islam (e non solo). Il comitato di bioetica della Regione Toscana, con prestigiosi centri ospedalieri, propose una puntura clitoridea alternativa. Come donne del Corno d’Africa ci ribellammo contro le mutilazioni dei genitali femminili e a questa indecente proposta suppletiva. Si dava la possibilità ai genitori di recarsi lì con l’imam, ottenendo il rilascio di un certificato di avvenuto intervento: se fosse passato, sarebbe stato permettere in Italia il controllo sessuale delle bambine”.
C’è da rabbrividire!
“È imputabile al mainstream terzomondista e del femminismo radicale italiano, con la totale incomprensione dei fenomeni. Sono i migliori alleati degli islamisti e di chi vuole imporre ad altri, per diritto divino, uno statuto di subalternità e di sottomissione. Il fondamentalismo islamico e quello progressista sono ambedue aggressivi e nessuno lascia spazio a chi tu sia come persona. In uno Stato laico di diritto deve essere garantita, rispettata e apprezzata la libertà del singolo cittadino. Se, per ideologia, si incrina questo, tutta la cittadinanza è in pericolo”.
Progressismo che dilaga negli atenei.
“Se si sostiene che una scrittrice nera africana non debba essere tradotta o interpretata da una donna bianca, o -peggio- da un uomo bianco, siamo nel baratro del fondamentalismo becero, che terrorizza e paralizza. Angosciano queste derive dell’Occidente”.