IL VUOTO DELLA NATURA POLITICA

4 mins read
monfalcone - di maio - fenomeno - insegnamento - francia - denatalità - buonisti

IL VUOTO DELLA NATURA POLITICA – Secondo la scuola aristotelica, la natura rifiuta il vuoto, e anche dove non c’è materia, comunque esistono delle forze che determinano la struttura di una forma.

Lo stesso identico discorso vale per la politica. Questa è, secondo le sempre mirabili spiegazioni di Carlo Galli, quella coesistenza umana basata sul potere e sul conflitto che si compensano per il bene comune. All’interno di questa complessità ci sono dei paradigmi inderogabili: le diverse istituzioni che definiscono il movimento e la stabilità, una gerarchia che coordina le parti del sistema, un’autorità con potere decisionale, una élite che determina un’etica tra l’alto e il basso. La politica gestisce non solo il potere, ma il suo stesso valore comunitario.

Questo ed altro per prendere atto che la politica è morta, e le tre forze che hanno determinato la graduale dissoluzione della politica sono state – per ordine cronologico – la magistratura, il MoVimento 5s e la tecnocrazia.

L’“operazione Mani Pulite” ha disgregato le organizzazioni partitiche, lanciando il messaggio che la politica è sporca e che tutti i politici sono corrotti e malfattori. Nella generica battaglia contro il malcostume hanno – come si suol dire – buttato il bambino con tutta l’acqua sporca, ha ridotto il tragico del “Politico” di Schmitt alla farsa del politichese di Grillo.

La “campagna Vaffa”, di figuranti e comici aggregati, ha attecchito e prosperato su questa devastazione lanciando proclami qualunquistici e fallimentari, permettendo a nullità variopinte, senza spessore di personalità e di cultura di abbeverarsi alla greppia di Stato. In altri termini, a conferma di una constatazione che Ernst Jünger fa più di quarant’anni fa: “Uno dei caratteri peculiari del nostro tempo è che le scene più significative sono legate ad attori insignificanti”.

È da loro che parte la terza ed ultima evacuazione del “Politico”. Figure irrisorie e ignote della sanità recuperate da laboratori di ordinanza hanno soppiantato premi Nobel e ricercatori internazionali di straordinaria importanza, perché non allineati al mainstream epidemiologico e terrorizzante: e qui troviamo l’ennesima conferma dell’operazione in atto nelle parole del citato Jünger: “Assai sospetto, e dunque da considerare con estrema vigilanza, è l’intervento crescente che, di solito con pretesti filantropici, lo Stato esercita sull’organizzazione sanitaria”. E in questo si comprende il perché sia un generale della logistica, con tanto di mimetica, medagliere surreale e cappello di alpino, a gestire una questione sanitaria minacciando rastrellamenti e iniezioni coatte ai refrattari alla propaganda della paura.

La “neutralizzazione della politica” ha determinato quel vuoto di trascendenza – è questo uno degli aspetti peculiari puntualizzato da Galli – che è stato arbitrariamente riempito da forze decisioniste che abusano costantemente delle proprie funzioni con provvedimenti e risoluzioni spesso in contrasto tra loro.

Il coordinamento – chiamiamolo così – di queste forze è stato delegato agli apparati tecnologici come WhatsApp, Twitter, Instagram, che hanno creato “la verità in rete”, secondo una felice definizione di Alessandro Del Lago. Non più l’autorità in persona che guarda gli interlocutori mentre legge un documento, ma un cinguettio insignificante e senza volto che sussurra opinioni e pareri.

Noi vogliamo vedere la verità in faccia e, con essa, pretendiamo la responsabilità personale.

Adriano Segatori

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Latest from Blog