Green Pass e tetto del contante – Sarà la preoccupazione per gli ormai insostenibili freni all’economia ed alla socialità posti come rimedi al contagio e per la situazione internazionale decisamente preoccupante con i venti di guerra che giungono da est, crisi continue che rendono necessario un governo granitico di forze coese, sarà l’avvicinarsi delle elezioni, che dovranno comunque arrivare ed il 2023 è dietro l’angolo, ma in quest’ultima settimana finalmente sembra che le principali componenti del centro destra, divise tra governo ed opposizione, stiano timidamente iniziando un cammino di armonizzazione, sia pur nell’ambito dello “scomodo” differente posizionamento una in maggioranza e l’altra all’opposizione.
La Lega ha votato con Fratelli d’Italia sia per l’abolizione del green pass sia per la proroga di un anno dell’abbassamento a mille euro del tetto per l’uso del contante, mantenendolo per tutto il 2022 a duemila euro. Il secondo provvedimento è passato, il primo no, ma quel che conta è l’allineamento dei due partiti su questioni che riguardano la vita di tutti giorni dei cittadini ed ancor più importante è il fatto che la Lega abbia votato contro il parere dell’esecutivo.
Certo per Fratelli d’Italia la posizione era scontata e coerente al percorso politico disegnato dalla propria leader, meno scontata era la più difficile scelta del partito di via Bellerio. Forza Italia, ormai in effetti decisamente meno rilevante rispetto ai due big, ha mantenuto una posizione più sfumata.
Il dato politico è che la Lega, più che i berlusconiani, è sempre più insofferente nella partecipazione ad un esecutivo commissariato dalla preponderante presenza di Super Mario Draghi e comunque tendenzialmente condizionato dalle sinistre, sia da quella storica rappresentata da PD e Leu sia da quella più “moderna” rappresentata dal M5S.
La persistenza del green pass ed un tetto risibile del contante sono esempi tipici di ideologie dirigiste, che tendono ad un più stretto controllo sulla vita di ognuno di noi ed hanno la concezione di uno Stato pesante con il cittadino al suo servizio, anziché di uno Stato leggero al servizio del cittadino.
Per una mentalità liberale, tipica di chi si sente appartenere al centro destra, è evidentemente inaccettabile dover avere una sorta di lasciapassare per poter andare al ristorante o al cinema, per poter prendere un aereo, un treno o una metropolitana, financo per poter lavorare, così come è inaccettabile essere costretti ad utilizzare carte di credito o bonifici bancari, non tanto per il mezzo in sé, ma per la costrizione.
Sulla ragionevolezza, poi, nel merito delle due questioni si apre un mondo.
Per quanto mi voglia sforzare non riesco proprio a trovare alcuna utilità nel green pass.
Se ormai sia tutta la comunità scientifica, sia le esperienze o che ci hanno colpito direttamente o che sono intorno a noi, ci confermano che un vaccinato, anche con tre dosi, può infettarsi, sia pur con sintomi non gravi, ed infettare, a che serve il noto QR code? Si può ritenere che sia addirittura dannoso, in quanto il suo possessore, sentendosi più sicuro, tende naturalmente ad essere meno attento nelle distanze, nell’uso delle mascherine e, comunque, in tutte quelle accortezze che sono veramente valide per prevenire il contagio. Certamente costituisce una limitazione alle libertà.
Sul tetto del contante valgono simili considerazioni, infatti è tutto da dimostrare che sia un valido strumento di lotta all’evasione ed al riciclaggio. Chi, ad esempio, compra o vende droga di certo non userà l’American Express, i criminali comunque utilizzeranno contanti e le sanzioni pecuniarie per loro sono acqua fresca.
Ci si dovrebbe chiedere perché nella civilissima Germania non esista alcuna limitazione, non credo proprio che la Merkel fino a ieri e Scholz oggi vogliano favorire il malaffare, di certo in Italia favoriamo le banche che per ogni transazione elettronica guadagnano lautamente.
Il nostro Paese, poi, ha una grandissima ricchezza che è il turismo, il green pass e la limitazione del contante non favoriscono sicuramente il comparto ed inducono gli stranieri a scegliere diverse destinazioni.
I governi d’emergenza variegati con componenti aventi visioni diametralmente opposte, commissariati dal salvatore della patria di turno, allontanano sempre di più dalle urne i cittadini, che sentono inutile il proprio voto ed hanno bisogno di essere rassicurati da comportamenti coerenti, soprattutto oggi che alla crisi pandemica si è sommata una guerra sanguinosa vicina ai nostri confini.
Tutto ciò non fa bene alla democrazia, il mondo politico se ne deve rendere conto e porre rimedio fin dalle prossime elezioni nazionali del 2023, nelle quali auspico vi siano schieramenti compatti, da ogni parte, che diano chiare indicazioni programmatiche, che vengano, poi, attuate coerentemente, con le naturali differenze che consentano i cittadini di scegliere con consapevolezza, in modo tale che ognuno, elettori ed eletti, nessuno escluso, si prenda le proprie responsabilità.