Immigrazione, con la guerra la UE si sveglia

5 mins read
centrodestra draghi - calenda

Immigrazione, con la guerra la UE si sveglia.

La guerra nel continente europeo ha drammaticamente posto alla sonnecchiante UE anche il tema dell’immigrazione. Si stima che i profughi provenienti dall’Ucraina saranno oltre sette milioni, di cui quasi quattro già giunti all’interno dell’Unione, principalmente in Polonia, Romania, Ungheria, Moldavia e Slovacchia. Nel nostro Paese sono arrivate circa ottantamila persone, per lo più donne e minori che hanno trovato con relativa facilità accoglienza data la presenza in Italia di oltre duecentomila loro concittadini già perfettamente integrati nella nostra società.

Chissà se ci si renderà conto che coloro che scappano da una guerra sono per la maggior parte proprio donne e bambini, mentre gli uomini validi restano a combattere, forse se fosse capito ciò, senza inquinamenti ideologici ma semplicemente usando il buon senso, si gestirebbero con maggior equilibrio gli incessanti flussi di migranti economici, in gran parte uomini validi, in piena salute e con i loro telefonini.

Il nostro Paese è da sempre in prima linea sul fronte immigrazione evidentemente per la sua posizione geografica, ma anche per politiche troppo permissive, tanto da giustificare perfino lo speronamento di una motovedetta della Guardia di Finanza, che tutti ricordiamo.

Comunque oggi il tema è l’accoglienza dei profughi ucraini, che principalmente riguarda altri Paesi e solo in modo più residuale il nostro. Guarda caso la UE si è mossa.

Con il Consiglio Europeo del 28 marzo scorso si è dato il via libera all’applicazione della direttiva 2001/55, la quale all’art.1 stabilisce :” La presente direttiva ha lo scopo di istituire norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati provenienti da paesi terzi che non possono ritornare nel paese d’origine e di promuovere l’equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell’accoglienza degli stessi.

Detta protezione temporanea ha la durata di un anno e può essere prorogata di sei mesi in sei mesi per un massimo di un anno.

Dieci sono i punti approvati, tra i quali l’ultimo appare il più rilevante e riguarda lo stanziamento di 3,4 miliardi di Euro come prima tranche per gli aiuti. Non si è arrivati, però, a dare una disciplina alla redistribuzione dei migranti nei vari Paesi, per cui gli sfollati potranno liberamente scegliere dove recarsi, redistribuzione che Polonia e Germania auspicherebbero, ma, a questo punto, si aprirebbe la grande questione della riforma del regolamento di Dublino.

Anche in tema di immigrazione, quindi, una catastrofe come la guerra potrà costituire occasione, quasi obbligata, per un’accelerata verso un’Europa più giusta e solidale, meno burocratica e più attenta alle politiche di cooperazione tra Stati sulle questioni veramente importanti.

Fondamentale, peraltro, sarà il modo in cui i singoli Paesi e le Istituzioni comunitarie affronteranno nei prossimi mesi il grande flusso degli ucraini e che confido porterà a riconsiderare la disciplina del regolamento di Dublino, il quale, come noto, è fortemente penalizzante per i Paesi di frontiera più esposti ai primi ingressi illegali, come appunto il nostro.

Se salvare le vite in mare è un dovere, una politica sana e lungimirante dovrebbe far sì che non si arrivi proprio a che le persone si trovino in pericolo, sia ponendo in essere tutte quelle azioni utili nelle Nazioni di provenienza affinchè il fenomeno migratorio si riduca in numeri gestibili e, soprattutto, si creinoquelle condizioni che consentano alle persone di rimanere nella propria terra, mettendo in pratica pienamente quel “diritto di non emigrare” che due grandi Pontefici come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno così bene evidenziato, sia ponendo in essere quelle misure, come il blocco navale, che fermino i barconi della morte prima che possano porre in pericolo vite umane.

Sarà chiedere troppo? Penso proprio di no.

Di Antonfrancesco Venturini

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Latest from Blog