Stati Generali della Natalità: un allarme di ecologia umana

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Stati Generali della Natalità: un allarme di ecologia umana – Si sono svolti presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma gli Stati Generali della Natalità, evento promosso dalla Fondazione per la Natalità e dal Forum delle Associazioni familiari, che, per l’enorme importanza del tema, meritava ancor più ampio risalto di quello ottenuto.

E’ sotto gli occhi di tutti come la famiglia generatrice composta da un uomo ed una donna che costruiscono un progetto di vita comune e che mettono al mondo i figli, mattone
fondamentale della società ed unica risorsa per la continuazione della specie, sia sotto attacco.

In un mondo globalizzato i grandi poteri economici e finanziari, che vedono la persona principalmente come consumatore, hanno tutto l’interesse ad una società disgregata, con un
individuo sempre più isolato e facilmente condizionabile, ed a marginalizzare le forze autonome degli enti intermedi ed, in conclusione, anche della famiglia.

Il tutto condito dal pensiero del politically correct, di una certa parte della politica, il quale pone continuamente al centro del dibattito un allargamento innaturale del concetto di famiglia anche quando essa non abbia la caratteristica precipua della generatività e ciò in nome di una battaglia contro le discriminazioni, battaglia che per essere giusta, d’altra parte nessuno può essere a favore delle discriminazioni che sono sempre da combattere, non può sconfinare nel disconoscere ed annacquare quello che è il fulcro della ecologia umana e cioè l’unione di un uomo ed una donna che mettono al mondo i figli.

La famiglia è sotto attacco soprattutto in questi ultimi anni in un crescendo preoccupante, la legge n.55 del 2015 ha reso sempre più facile e veloce il divorzio, la legge 76 del 2016 ha aperto la via a legami poco stabili e privi della generatività, il Ministero della Salute nel 2020 ha avviato un percorso sempre più indirizzato alla “privatizzazione” dell’aborto, l’imposizione della cultura gender del DDL Zan, fortunatamente stoppato, di certo non va nella direzione di favorire la famiglia, in ultimo è arrivata la recente sentenza della Corte Costituzionale sul doppio cognome, che, oltre a creare notevolissimi problemi pratici, in nome della parificazione tra uomo e donna ha come effetto collaterale il minare il concetto stesso della unitarietà della famiglia.

In tutto ciò non ci si rende conto, o forse non ci si vuol rendere contro, che l’allarme vero non sono le discriminazioni che, sinceramente, vedo molto poco sussistenti nella nostra società, ma il fatto che non si facciano più figli.
“Siamo qui perché ci crediamo” ha affermato nel suo intervento agli Stati Generali il presidente dell’Istat Blangiardo “Nonostante i dati siamo capaci di rimboccarci le maniche anche per lavorare per risolvere i problemi. 399 mila nati è la più bassa natalità di sempre, ovviamente è una situazione di tipo drammatico. Però l’elemento confortante è che abbiamo una variazione positiva. Accontentiamoci e possibilmente procediamo in questa direzione”.

La grande preoccupazione è che, secondo le proiezioni, nel 2050 la popolazione italiana avrà 5 milioni di abitanti in meno e tra questi 2 milioni saranno i giovani. Se non si porranno
immediati rimedi, quindi, andremo verso una desertificazione demografica ed una popolazione sempre più anziana.

Chi manderà avanti il Paese?
Assolutamente condivisibile è stato l’intervento del Santo Padre.
“C’è una periferia esistenziale in Occidente, poco vistosa, che non si nota immediatamente.” ha affermato “È quella delle donne e degli uomini che hanno il desiderio di un figlio, ma non riescono a realizzarlo. Molti giovani faticano a concretizzare il loro sogno familiare. E allora si abbassa
l’asticella del desiderio e ci si accontenta di surrogati mediocri, come gli affari, la macchina, i viaggi, la custodia gelosa del tempo libero… La bellezza di una famiglia ricca di figli rischia di diventare un’utopia, un sogno difficile da realizzare”.

E’ urgente, quindi, preoccuparsi, accanto alla difesa della natura e del creato, della ecologia umana e rimettere al centro della politica la famiglia generatrice, troppo pochi e random sono stati gli interventi legislativi, un inizio timido è il Family Act di recente approvazione, ma che è tutto ancora da attuare con diversi decreti e le risorse finanziarie ancora da reperire, troppo poco per l’emergenza in atto.

Di Antonfrancesco Venturini

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