Il nostro vecchio continente è in piena ebollizione e non solo per il caldo asfissiante di questi giorni, ma anche per comprendere e decidere il percorso per il presente e per il prossimo futuro nell’ambito dello scacchiere internazionale, fortemente stressato tra pandemia e guerra, la situazione generale, però, non è delle migliori.
Più di un governo è in affanno, Macron, dopo solo due mesi dalle presidenziali, ha subito una pesante sconfitta ed il nuovo Parlamento appare avere equilibri del tutto modificati con il chiaro successo della gauche di Jean-Luc Mélenchon e la storica affermazione della Le Pen, che ha decuplicato i propri eletti all’ Assemblée Nationale, Boris Johnson, dopo aver perso numerosi membri e dirigenti del proprio Governo, ha annunciato dimissioni, pur affermando di essere intenzionato a rimanere in sella almeno fino ad ottobre, in Spagna il premier Sanchez deve fare i conti con il malcontento di Unidas Podemos, partito che fa parte della coalizione di centro sinistra al governo insieme ai socialisti, per l’impegno preso in sede Nato di aumentare le spese militari fino al 2% del Pil, per non parlare, infine, della nostra Italia con un governo traballante ed in continua fibrillazione a seguito dei mal di pancia della sua composizione veramente arcobaleno, ma qui gli lgbt non c’entrano nulla, con continui balletti in casa Cinque Stelle, tra scissioni, presunte telefonate e possibili uscite, ed una Lega decisamente (e giustamente) insofferente. Certo in questo delicato momento internazionale di tutto avremmo bisogno meno che di governi deboli nelle più importanti nazioni europee, sia membri che no della UE.
In tutto ciò non sembra sia stato dato troppo risalto dai nostri organi di informazione a due eventi decisamente rilevanti, da poco conclusisi, il Congresso del PPE (Partito Popolare Europeo), tenutosi a Rotterdam, e gli Study Days dell’ECR (European Conservatives and Reformists), svoltisi a Roma, in pratica gli stati generali dei due più importanti partiti di centro destra in Europa. Dal Congresso dei Popolari, nel quale è stato eletto presidente, con una presa di leadership tedesca, il bavarese Manfred Weber, conservatore e fervente cattolico, è uscito fuori un partito fortemente green, antirusso fino al midollo, atlantista senza se e senza ma, con le braccia aperte verso i Balcani ed i Paesi che facevano parte del blocco sovietico, il tutto assumendo una decisa trazione baltico-scandinava, con buona pace di chi vorrebbe porre come tema importante il Mediterraneo, di cui si è parlato veramente poco. Di certo, comunque, il rafforzamento della sicurezza e della difesa, nonché una visione economica ed industriale più sostenibile, l’hanno fatta da padrone. Anche negli Study Days dell’ECR sono stati posti forti accenti sulla difesa e sulla sicurezza, nonché sulla posizione antirussa e fortemente atlantista, per cui i due partiti su questo appaiono allineati.
“La Russia rivendica un mondo dove il Paese militarmente più forte assoggetta altre nazioni. Anche per ragioni di supremazia economica. E noi non possiamo permetterci un mondo dove vige la legge del più forte.” -ha affermato, aprendo i lavori, Giorgia Meloni presidente dell’ECR– “I carri armati russi entrano in Ucraina con la bandiera dell’ex Urss. I confini storici di cui parla Putin prevedono la Georgia, un pezzo di Finlandia e altro. Bisogna capire che, se l’Occidente capitolasse, a farne le spese sarebbero i più deboli dell’Occidente. Cioè noi, che finiremmo sotto il giogo della Cina di Xi Jinping” – ha concluso la presidente.
Dai lavori dell’ECR, poi, è emersa grande soddisfazione nell’aver perseverato in una granitica difesa della specificità del partito, il che ha consentito di mantenere posizioni decise e forti, come tante condivisibili critiche sulla debolezza delle Istituzioni europee in molte occasioni, come le innumerevoli sollecitazioni affinché l’Ue si attrezzasse per l’indipendenza energetica, per una difesa ed una politica estera comune, per la tutela dei confini ed il contrasto all’immigrazione clandestina, per la centralità del Mediterraneo.
Sul green la presidente ha inteso, poi, evidenziare:” Ma davvero qualcuno pensa che oggi, con l’emergenza energetica, senza capacità difensiva e con l’economia in affanno, l’unico strumento di cui disponiamo, il PNRR, possa essere dedicato alla transizione verde? Impossibile da realizzare. Con obiettivi anni luce distanti dai cittadini e che porterà a legarci, mani e piedi, alla Cina, che detiene il monopolio degli strumenti per la transizione green.”
I temi e le emergenze da affrontare sono tanti, i motori si stanno scaldando per due anni importantissimi, il 2023 ed il 2024, per il nostro Paese e per l’Europa, nei quali si dovranno fare scelte determinanti per il futuro e che vedranno le nostre elezioni nazionali e quelle europee, a seguito delle quali speriamo di avere in Italia finalmente un governo coeso e non una mera sommatoria di partiti che poco hanno in comune tra loro, nonché di avere un netto cambiamento di paradigma dell’UE. Il vento sembra soffiare verso un centro destra conservatore, che, per essere veramente efficace e rispondente alle aspettative, dovrà essere illuminato e proiettato al futuro oltre che custode delle grandi tradizioni identitarie, popolari, cattoliche e liberali, culture queste che da sempre hanno avuto nella ragionevolezza e nel buon senso i propri punti di forza.