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Quel vuoto lasciato dagli Stati Uniti in Afghanistan

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11 settembre

Di Carlo Giovanardi – Al fiume d’inchiostro che sta scorrendo per ricordare l’11 settembre del 2001 non posso che aggiungere qualche considerazione personale, attinta dai ricordi di quel giorno quando la TV cominciò a trasmettere le immagini del misterioso incendio ai piani alti della Torre Nord delle Torri Gemelle di New York.

In quel momento ero nel mio Ufficio di Ministro per i Rapporti con il Parlamento a Palazzo Chigi, attorniato dai collaboratori con i quali assistemmo minuto per minuto al tragico sviluppo degli avvenimenti, con la consapevolezza, confermata in colloqui telefonici con gli altri Ministri, che il mondo non sarebbe stato più lo stesso.

Avevo ben presente quell’episodio quando  il mattino del 12 novembre del 2003, nella mia qualità di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, stavo salutando il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi in partenza da Ciampino per una visita negli Stati Uniti.
Come un fulmine a ciel sereno arrivò la notizia dello scoppio di una bomba a Nassiriya, con il primo terribile bilancio dei morti e dei feriti italiani. Carlo Azeglio Ciampi, dettò un suo comunicato con grande compostezza e sobrietà e successivamente, dopo essersi consultato con Arrigo Levi, decise di imbarcarsi egualmente proprio per non permettere ai terroristi di sconvolgere gli impegni internazionali dell’Italia.
Purtroppo il ventennale di quell’attacco all’America ed al mondo libero coincide con l’ignominiosa fuga da Kabul della coalizione internazionale, che ha abbandonato gli Afghani al loro destino.
Non so se Trump prima e Biden dopo si siano resi conto fino in fondo delle catastrofiche conseguenze della loro decisione.
Certamente per chi come me è cresciuto nel mito degli americani liberatori, in grado di annientare nazifascisti in Germania ed Italia e piegare il militarismo giapponese, permettendo ad Italia, Germania e Giappone di risorgere con Istituzioni saldamente democratiche, la delusione è stata cocente.
Le immagini della folla accalcata in cerca di salvezza all’Aeroporto di Kabul sono state un monito per chi si è fidato delle promesse degli Occidentali ed una festa per i terroristi che saranno incoraggiati a colpire di nuovo, certi che nei tempi lunghi la loro determinazione sarà premiata.
C’è da sperare soltanto che l’Europa abbia capito la lezione e si organizzi per riempire quel vuoto che gli Stati Uniti hanno lasciato non soltanto sul territorio ma anche nei nostri cuori.

2 Comments

  1. …quali gravi errori sono stati commessi nell’abbandonare, in mano a terroristi “istituzionalizzati” e governativi, un Paese che andava accompagnato nei processi democratici con i buoni esempi e non, invece, trattato come un minus da sfruttare. Abbiamo illuso tanta gioventù e anche noi, in fondo, abbiamo maltrattato il genere femminile, mostrando con la fuga precipitosa di non rispettarlo.

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