Nello scorso fine settimana i cittadini del Cile sono stati chiamati alle urne per eleggere i 155 membri dell’Assemblea Costituente che avranno il compito di produrre la nuova Carta Costituzionale.
Dalla sua indipendenza (1818) il Cile ha avuto tre carte costituzionali, nel 1833, nel 1925 e nel 1980, quest’ultima sotto la dittatura di Augusto Pinochet che da tempo non viene considerata nel paese andino consona ad uno stato democratico.
Per la prima volta al mondo non sarà una ristretta cerchia di giuristi e/o politici a formare l’assemblea, ma cittadini eletti direttamente dal popolo.
L’Assemblea sarà insediata nel prossimo mese di giugno ed avrà un anno di tempo per redigere la nuova Costituzione che sarà sottoposta ad un referendum popolare per la sua approvazione, ciascun articolo per essere introdotto nel testo dovrà essere votato con la maggioranza di almeno due terzi dei membri dell’Assemblea Costituente.
Le elezioni hanno ottenuto uno scarso consenso da parte dell’elettorato, circa il 43% degli aventi diritto, e la maggioranza degli eletti 48, quasi un terzo, sono candidati indipendenti, al secondo posto la lista di centro destra Vamos por Chile (37 seggi), seguono le liste di centro sinistra Apruebo Dignidad (28 seggi) e Lista del Apruebo (25 seggi) i restanti 17 seggi sono riservati alle comunità indigene native americane.
L’Assemblea Costituente avrà, per legge, un egual numero di rappresentanti uomo e donna.
La nuova Costituzione non potrà modificare il regime democratico né lo stato repubblicano.
