Domenica 6 giugno in Perù si è svolto il ballottaggio per l’elezione del nuovo presidente della repubblica tra la candidata conservatrice Keiko Fujimori e quello socialista Pedro Castillo.
Era atteso un risultato incerto ma nessuno si aspettava che, a 3 giorni dalla chiusure delle urne, ancora non si conoscesse il risultato. Difatti con il 98.28% di voti scrutinati la differenza tra i due candidati è minima con un vantaggio per Castillo di soli 107,279 voti: il “maestro rurale” ha ottenuto il 50.31% mentre la figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori è al 49.68%. Saranno decisivi pertanto gli ultimi voti, provenienti dalle zone rurali e più impervie del paese andino, che arrivano con pesante ritardo, e dai peruviani residenti all’estero, circa un milione.
Naturalmente un margine così ristretto sta già dando adito a numerose polemiche e la candidata Fujimori ha già parlato espressamente di una “frode elettorale sistematica”; nella giornata di ieri un centinaio di manifestanti, sostenitori della Fujimori, si è radunata sotto la sede dell’O.N.P.E. (Oficina Nacional de Procesos Electorales) a Lima chiedendo “giustizia e che sia rispettato il voto dei cittadini”. In particolare il partito Fuerza Popular che sostiene la candidata Fujimori fa notare che, dopo che i primi scrutini nelle città più importanti davano in vantaggio la loro candidata, sono arrivate valanghe di voti a favore di Castillo dalle zone rurali, dove il candidato di Perù Libre era dato per favorito al ballottaggio ma non con percentuali così clamorosamente superiori e che vengono considerate, dai sostenitori della Fujimori, statisticamente molto improbabili. Seguiremo la vicenda e vi aggiorneremo con i risultati finali.
Di Michelangelo Pedicini