Iran: 60.000 lavoratori in sciopero nelle raffinerie di petrolio

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In Iran continuano gli scioperi dei lavoratori che chiedono migliori condizioni di lavoro e mezzi di sussistenza, gli attivisti sindacali hanno confermato lo sciopero di circa 60.000 lavoratori nei progetti di raffineria di petrolio del paese.

Mentre le forze di sicurezza e i datori di lavoro stanno cercando di interrompere lo sciopero, i manifestanti assicurano che continueranno fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte.

Il Consiglio per l’organizzazione delle proteste dei lavoratori del petrolio ha annunciato, in una dichiarazione, lo scorso sabato, che migliaia di lavoratori hanno scioperato in Iran e che i lavoratori ufficiali dell’industria petrolifera iraniana si sarebbero uniti allo sciopero da oggi 30 giugno.

Questi scioperi sono stati denominati “Campagna 2021“, in cui i lavoratori hanno chiesto un aumento dei loro stipendi, il sollecito dei ritardi dei salari precedenti e una modifica del periodo di ferie.

Il Consiglio per l’organizzazione delle proteste dei lavoratori ha anche sottolineato che a causa dei prezzi eccessivamente alti, attualmente, lo stipendio di qualsiasi lavoratore nel paese non dovrebbe scendere sotto i 12 milioni di toman.

È stato riferito che, nel tentativo di intimidire, la raffineria di Teheran ha licenziato 700 lavoratori senza spiegazioni. I lavoratori della raffineria hanno pubblicato sui social i video del loro “licenziamento” invitando il “popolo iraniano a sostenere il movimento di protesta”.

I manifestanti hanno gridato contro i funzionari, in particolare il ministro del petrolio iraniano Bijan Namdar Zanganeh, che lo accusavano di violare le leggi che avrebbero migliorato le loro condizioni.

Il Paese è spesso testimone di proteste, soprattutto con il deterioramento della situazione economica, a causa dell’impatto delle sanzioni statunitensi, che da tempo indeboliscono il settore petrolifero e ne limitano ampiamente le esportazioni.

Redazione

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