La Germania ha dichiarato che l’Iran ha violato le restrizioni previste dall’accordo nucleare del 2015 e ha esortato Teheran a tornare ai negoziati con un approccio costruttivo.
Un portavoce del ministero degli Esteri tedesco in una conferenza stampa, ha dichiarato che: “L’Iran non ha una giustificazione civile accettabile per questi passi, e invece sta acquisendo conoscenze e abilità militari”. “Esortiamo l’Iran a tornare al tavolo dei negoziati con una posizione costruttiva”.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica nel suo ultimo rapporto, ha affermato che l’Iran ha messo in atto un nuovo meccanismo per accelerare la produzione di uranio arricchito al 60% presso l’impianto di Natanz, il direttore generale dell’AIEA, R. Grossi, ha dichiarato agli Stati membri che Teheran “ha escogitato un nuovo meccanismo operativo per la produzione di uranio arricchito al 60%”.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Khatibzadeh, di rimando in una nota ha detto: “Tutti i programmi e le misure nucleari della Repubblica islamica dell’Iran sono nel pieno rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare e degli obblighi dell’Iran ai sensi dell’accordo di salvaguardia, e questi programmi sono stati attuati sotto la supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e con preavviso”. Ha proseguito: “E’ ovvio che l’Iran perseguirà il suo programma nucleare puramente pacifico sulla base delle sue esigenze e delle sue decisioni sovrane, e nel quadro dei suoi impegni nell’accordo sulle salvaguardie, a meno che non venga ripresa la piena e incondizionata attuazione dell’accordo nucleare dall’America e da altre parti dell’accordo.”
Ma secondo il rapporto di Grossi, l’Iran ha prodotto 200 grammi di uranio metallico arricchito dopo aver annunciato all’inizio di quest’anno di aver iniziato a produrre uranio metallico per scopi di ricerca, argomento delicato perché questo materiale può essere utilizzato nella fabbricazione di armi nucleari. Ad aprile, l’Iran ha iniziato ad arricchire l’uranio del 60%, rispetto al 20% precedente, che è molto più alto del 3,67% fissato nell’accordo internazionale sul programma nucleare iraniano. Questo accordo ha permesso di revocare parte delle sanzioni internazionali imposte all’Iran in cambio del suo impegno a non acquisire armi nucleari. Ma dopo che gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo sotto il presidente Donald Trump nel 2018, le sanzioni statunitensi sono state reintrodotte.
Dal 2019, Teheran si è progressivamente liberata dagli impegni presi per limitare il proprio programma nucleare.