Abu Dhabi – Andrea Giuseppe Costantino, il quarantanovenne trader milanese finito in carcere ad Abu Dhabi dopo un arresto avvenuto il 21 marzo scorso in un albergo a Dubai, è finito in infermeria a seguito di un combattimento tra detenuti. A raccontarlo è la moglie, Stefania Giudice, che insieme agli avvocati Cinzia Fuggetti in Italia e Albdel Alqadir Ismail sul posto sta cercando di aiutare il marito in ogni modo possibile. “Andrea mi ha detto che le guardie carcerarie organizzano combattimenti per loro divertimento”, ha raccontato a Studio Aperto dopo una delle telefonate concessa dal carcere, sporadicamente e per pochi minuti.”Mi rendo conto che giorno dopo giorno Andrea diventa un prigioniero del silenzio – aggiunge –. Mi ha chiesto di insistere con l’avvocato locale, con la Farnesina e con l’ambasciata e questo lo facciamo sempre, ogni giorno. Non ne passa uno che io e l’avvocato non scriviamo a tutti”.
I mesi passano, da quel 21 marzo. Un tempo infinito per chi è costretto dietro le sbarre e non conosce ancora il motivo. Secondo quanto raccontato in questi mesi dai legali e dalla Giudice, non c’è ancora un capo d’accusa. Gli stessi avvocati hanno smentito che l’uomo sia sottoposto a un’indagine per riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo. I rapporti tra i Paesi interessati dalla vicenda, Italia ed Emirati Arabi, sono politicamente molto complicati per vari motivi, non ultimo l’embargo sulla vendita di armi all’UAE deciso lo scorso gennaio e per il quale si sta discutendo in queste settimane nel mondo politico italiano.
In attesa di novità dai vertici politici, a cui continua a rivolgersi, l’avvocato Fuggetti non nega una forte preoccupazione. “Ero presente alla conversazione tra la moglie e Andrea Costantino perché era il compleanno di Stefania Giudice, non mi sono sentita di lasciarla sola – ci ha spiegato –. Messo in vivavoce ho sentito la telefonata e lui ha raccontato che lo hanno portato nella clinica interna. Personalmente, conoscendo Andrea, ne avverto la stanchezza e da professionista, dopo tanti anni, non ho mai sentito un mio detenuto così provato. Ho assolutamente paura per la sua stabilità psichica oltre che per l’incolumità fisica. Temo possa prendere decisioni definitive”.
Va ricordato che nelle passate settimane al detenuto italiano non è stata accordata alcuna richiesta: una risonanza magnetica di controllo per una precedente operazione, più banalmente la possibilità di scegliere un legale. La persona che sta lavorando ad Abu Dhabi, Albdel Alqadir Ismail, è stato interpellato dalla famiglia ma formalmente non ha ricevuto l’incarico dal Costantino e quindi non ha accesso ai file. “Sono disperata – dice ancora la moglie – perché nell’ultima telefonata ho sentito un uomo completamente consumato. Nostra figlia Agata di 4 anni ha capito che era lui al telefono e chiedeva di papà. Ho chiesto se poteva salutare e ha avuto cinque secondi, il tempo di dirle che la ama tanto e le mandava tantissimi baci. Poi la linea si è interrotta. Questo è l’incubo che stiamo vivendo da cinque mesi e tutto questo mi devasta”.