(Fonte: Biografieonline)
Oggi, mercoledì 6 ottobre, sono 40 anni dall’assassinio dell’allora presidente egiziano Muhammad Anwar al Sadat. Avvenne in diretta TV, mentre lui assisteva dal palco alla parata militare in ricordo dell’inizio della guerra dello Yom Kippur mossa ad Israele nel 1973 e vinta da quest’ultimo.
Il terrorista e militare Khalid al Islambuli, del Jihad Islamico egiziano, corse fuori da una camionetta con altri tre e raggiunse il presidente, per poi sparargli a colpi di fucile, perché aveva stipulato la pace con lo Stato ebraico. In seguito le guardie del corpo di Sadat uccisero due assalitori.
Il capo di Stato fu portato in elicottero in un ospedale del Cairo e morì due ore più tardi per un’emorragia cerebrale. Il 25 dicembre di quell’anno avrebbe compiuto 62 anni.
Uno dei risultati della pace stipulata il 26 marzo 1979 da Sadat, soprannominato “Eroe di Guerra e di Pace” (come recita il suo epitaffio), con il primo ministro israeliano Menachem Begin (con cui il 17 settembre 1978 aveva firmato gli accordi di Camp David con la mediazione e alla presenza del presidente americano Jimmy Carter), è stato l’atterraggio, avvenuto tre giorni fa all’aeroporto internazionale “Ben Gurion” di Tel Aviv del primo volo commerciale di Egypt Air. La notizia che sarebbe avvenuto, era stata data il 13 settembre, quando il nuovo premier israeliano Naftali Bennett aveva visto a Sharm el Sheikh il presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi.
Fino ad oggi c’erano stati solo voli non ufficiali di Air Sinai, controllata dalla stessa Egypt Air, e (ovviamente per motivi politici) senza livrea egiziana.
Alessandra Boga