Afghanistan: nella provincia di Herat le ragazze hanno potuto tornare a studiare. E’ successo grazie al potente e persuasivo appello di una 15enne, Sotooda Forotan. Giovedì 21 ottobre, con uno “scoraggiante” velo nero e la bandiera talebana in mano, la ragazzina era salita su un palco per recitare una poesia in occasione dell’anniversario della nascita di Maometto. Il suo discorso, però, si è rivelato una rivendicazione del diritto all’istruzione femminile.
Sotooda ha dichiarato: “Oggi, come rappresentante delle ragazze, voglio lanciare un messaggio che proviene dai nostri cuori. Sappiamo tutte che Herat – fondata da Alessandro Magno e ricca di storia, ndr – è una città della conoscenza … Perché allora le scuole devono restare chiuse per le studentesse?”.
Le parole di Sotooda hanno smosso le coscienze; portato nuovamente la gente a protestare contro il provvedimento dei Talebani, anche perché il video del discorso è diventato virale sui social locali. Il regime ha ceduto e riaperto le scuole secondarie e superiori; ma purtroppo solo dove abbiamo detto.
Lo fa sapere il giornale online anti – talebano “Tolo News”, citando un’associazione afgana di insegnanti. Torneranno a scuola 5mila ragazze; in tutto il resto del Paese, invece, potranno studiare solo le bambine delle elementari.
Intanto tra gli orrori del nuovo – vecchio Afghanistan, sappiamo c’è stato l’assassinio di altre quattro donne. Sono state rivenute in una casa.
Erano salite su un’auto che credevano le avrebbe portate in aeroporto per espatriare, invece sono cadute in una trappola. L’unica donna ad essere stata identificata è Frozan Safi, che sperava di ottenere asilo in Germania.
Ad appena 29 anni, Frozan era docente universitaria di economia ed attivista per i diritti delle donne (sembra che fossero attiviste anche le altre tre vittime). A riconoscerla, all’obitorio di Mazar – i – Sharif, nella parte settentrionale dell’Afghanistan, è stata sua sorella. Dagli abiti, perché il volto della giovane è stato sfugurato da colpi di arma da fuoco.
I femminicidi sono stati rivelati da un portavoce del ministero dell’Interno dei Talebani, Qari Syed Khorsti. Questi ha anche fatto sapere che i due presunti colpevoli sono finiti in manette, però non ha fornito altre informazioni. Di fronte a tali notizie ci chiediamo se la comunità internazionale e le organizzazioni internazionali per i diritti umani, stiano facendo abbastanza per l’Afghanistan.