Violentissimi scontri questo sabato nel carcere Penitenciaría del Litoral della città portuale di Guayaquil in Ecuador che hanno portato finora ad un bilancio di 68 morti e 25 feriti, tutti tra i detenuti; le testimonianze che arrivano dall’interno del carcere parlano di persone date vive alle fiamme o fatte a pezzi con il machete.
Tutto è cominciato nella notte tra venerdì e sabato quando un gruppo di detenuti ha fatto irruzione nel padiglione 2 del carcere per assaltare appartenenti ad una banda rivale, successivamente in altri due padiglioni, il 7 ed il 12, altre bande hanno approfittato della situazione di caos per effettuare regolamenti di conti fra loro.
Il portavoce del governo Carlos Jijón in un primo tempo ha ammesso che gli scontri erano ancora in corso con i detenuti ribelli entrati in possesso di armi da fuoco ed, addirittura, esplosivi, in un secondo comunicato ha precisato che la situazione si sta normalizzando grazie all’intervento di più di 900 uomini della polizia penitenziaria.
A settembre una situazione analoga aveva portato nello stesso carcere un macabro bilancio di 119 morti tra i detenuti, sempre a causa di violenti scontri tra appartenenti a gruppi rivali. Il presidente Guillermo Lasso in un tweet ha fatto un appello alle istituzioni dell’Ecuador, in primis la Corte Costituzionale, a fornire al governo tutti gli strumenti idonei a proteggere la popolazione e recuperare una situazione di ordine nelle carceri e lottare contro le bande di narcotrafficanti che creano ed approfittano di questi momenti di caos.
Dall’inizio dell’anno sono più di 320 i detenuti massacrati nel paese andino a causa di scontri tra diversi gruppi di narcotrafficanti e le amministrazioni carcerarie lamentano una sovrappopolazione carceraria che va ben oltre il 60%.