Milano, Lady Jihad: “Il fratello ha decapitato un infedele, se l’è meritato”

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Milano – Le chat fra Bleona Tafallari, da via Padova, e il marito combattente cugino dell’attentatore di Vienna.

La «Leonessa» Bleona Tafallari, 19 anni, così il suo nome in chat per via dell’affiliazione al gruppo di combattenti islamici “Leoni dei Balcani”, era una figura tutt’altro che secondaria nell’organizzazione, come vorrebbe far credere lei dal carcere in cui è rinchiusa dal 17 novembre con l’accusa di associazione con finalità terroristica. Per gli investigatori esperti di terrorismo islamico la ragazza avrebbe abbracciato il radicalismo di matrice jihadista e fatto attività di arruolamento e proselitismo, anche tra minorenni, senza nascondere l’ambizione di andare a combattere nelle zone di guerra “contro il nemico occidentale”. Era una devota sostenitrice da almeno tre anni dell’Isis e nel gennaio scorso si era sposata con un “mujaheddin“ di 21 anni kosovaro, cugino dell’attentatore di Vienna, Kujtim Fejzula.

In chat “con molta abilità”, spiegano gli investigatori nelle carte che dispongono l’arresto, la Tafallari coordinava un network realizzato attraverso canali criptati ad accesso segreto su Telegram riservati alle donne. Uno in particolare si chiamava “La morale della donna musulmana“, nel quale esaltava lo Stato Islamico partendo dalla divulgazione dei termini “Jihad, martirio, combattimenti, conquiste..“, formulava inviti all’arruolamento delle donne tra le fila del Califfato e forniva informazioni in tempo reale dei successi dei miliziani dell’Isis in tutti i continenti, facendo da megafono alle immagini e ai video creati dall’agenzia di comunicazione dello Stato Islamico “Al Hayat Media Center“. In parallelo, Tafallari promuoveva attività di raccolta fondi per aiutare le donne con i bambini a fuggire dal campo di Raqqa.

Tra le pubblicazioni rinvenute sul telefono della Tafallari ha destato particolare allarme quella intitolata “Hijrah to the Islamic State” contenente le istruzioni su come fabbricare una bomba artigianale e la traduzione del famoso libro sulle “44 vie” una sorta di guida per il “mujiaheddin” aderenti alla formazione terroristica di “Al Qaeda”. Dalle conversazioni in chat con le altre giovani traspare quanto il processo di radicalizzazione dell’indagata sia arrivato in profondità: la Tafallari ha rimproverato l’interlocutrice che le ha spedito una sua foto che la ritrae mentre indossa il niqab.

La Tafallari ha ammonito la sua interlocutrice sull’uso corretto dell’abito che deve coprire anche le sopracciglia, mentre nella fotografia ricevuta tale parte del volto è visibile. Nell’enorme mole di messaggi, oltre 7.000 rinvenuti in Telegram criptato della Tafallari, c’è la diffusione in tempo reale di informazioni sugli attentati terroristici: Parigi, 16 ottobre 2020, decapitazione del professore Samuel Paty; Nizza, Avignone e Jeddah (Arabia Saudita), 29 ottobre 2020, uccisione di tre persone all’interno di una chiesa (Nizza) e ferimento di due agenti (Avignone e Jeddah); Vienna, 2 novembre 2020 attentato ad opera di Fejzulai Kujtim, fratello del marito. A ogni attentato, segue esaltazione delle gesta dei responsabili.

Alcuni dei messaggi trovati: “Scoppiate seguaci della vanità, con la vostra gelosia e rabbia perché non potete trovare tra i vostri figli nemmeno uno come i figli orgogliosi e coraggiosi delI’ Islam! Voi dovete spendere trilioni per poter muovere le gambe dei vostri soldati che non combattono se non dietro le spesse sbarre e in grandi distanze!”. “Chi insulta il Profeta, Muhammad, è come uno che guarda il sole (cercando) di sputarlo la sua saliva gli ricadrà sul viso!”. In una chat Tafallari e il marito hanno commentato con toni apologetici l’efferato assassinio del professor Samuel Paty avvenuto a Parigi per mano di un giovane radicalizzato islamico, Abdullakh Anzorov, di nazionalità russa, ma di origine cecena. La Tafallari ha ritenuto che tale gesto avrebbe potuto fare da “lezione” per tutti gli altri insegnanti e il marito ha approvato espressamente quanto accaduto con la frase “ha fatto bene, se l’è meritato….Che bella notizia! Ha decapitato un miscredente!!”. Lei: “Hahaha ha fatto bene se l’è cercato.. hahaha non va bene provocare…che Allah ci protegga da questi miscredenti”. Tra gli ultimi elementi rilevanti il rinvenimento di un file audio archiviato nel cellulare sottoposto a sequestro, contenente un “anasheed”, tipico canto religioso, nel quale con la sua voce inneggia al defunto sceicco capo dello Stato islamico Al Baghdadi, la Tafallari si vota al martirio. Questo il breve testo: “O Abu Bakr Baghdadi! O tormentatore dei nemici! Le vergini del paradiso stanno chiamando. Iscrivimi da martire”.

IlGiorno

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