Video minatorio contro la Regina Elisabetta: la polizia indaga

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Video minatorio del fallito attentatore alla Regina Elisabetta
(Fonte: "Il Primato Nazionale")

Video minatorio contro la Regina Elisabetta: due giorni dopo l’arresto del giovane armato che aveva cercato di scavalcare il cancello del castello di Windsor, dove la famiglia reale stava trascorrendo il Natale, il quotidiano “The Sun” ha pubblicato un filmato. Mostra l’aspirante aggressore mascherato, che indossa una felpa nera con cappuccio; tiene in mano una balestra e con la voce contraffatta dichiara di voler “uccidere la regina”.

La sua intenzione sarebbe stata quella di vendicarsi dello storico massacro di Jallianwala Bagh o di Amritsar (celebre per il suo Tempio d’Oro sikh). Avvenne il 13 aprile del 1919 nella principale città dello stato del Punjab, nell’India nord-occidentale. L’epoca era ovviamente quella coloniale e sul trono sedeva Giorgio V, nipote della Regina Vittoria.

Pochi giorni prima della carneficina era stata imposta la legge marziale contro la resistenza anti-britannica. In seguito fu organizzato un comizio di protesta in una piccola piazza, ma venne soffocato nel sangue per ordine del Generale di brigata Reginald Dyer. Nato a Murri, in Pakistan, nel 1864, comandava l’esercito. Successivamente fu istituita una commissione d’inchiesta sui fatti, la quale appurò che furono uccise 379 persone e circa 1.200 rimasero ferite.

La polizia sta indagando sul video minatorio. Probabilmente, però, il giovane che tentava di introdursi nel castello di Windsor, soffre di problemi psichici.

Il portavoce di Scotland Yard a Londra non ha voluto assolutamente fornire informazioni su di lui. Il “Sun”, invece, ne svela l’identità: Jaswant Singh Chail. Ha dichiarato di essere un indiano sikh, ch ora si fa chiamare Darth Jones in riferimente a “Star Wars”. Ha detto anche di voler vendicare “Anche quelli che sono stati uccisi, umiliati, discriminati per la loro razza”.

Attualmente Chail è seguito in base al Mental Health Act, la principale legislazione britannica per i disabili mentali. Il suo caso è seguito con tutta l’attenzione possibile dalle autorità.

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