Cina: con un tam tam sui social si sta ricordando Li Wenliang, il primo medico che, a Wuhan, parlò al mondo di una strana polmonite, successivamente attribuita al COVID – 19. Wenliang fu silenziato dal regime e meno di due mesi tardi morì proprio per il virus il 7 febbraio del 2020. Aveva 34 anni.
I media esteri segnalano la quantità di messaggi postati su Weibo, la piattaforma social più usata in Cina. Wenliang era oftalmologo nell’ospedale centrale della città da dove è partita la pandemia ed il 30 dicembre aveva scritto su “WeChat”, per avvisare gli altri medici che nella struttura c’era stato uno anomalo caso di polmonite.
Le autorità oscurarono immediatamente il post; ma uno screenshot venne diffuso il giorno seguente. Poi, il 1° gennaio del 2021, la sanità locale comunicò che c’erano state 27 persone che si erano ammalate non si sa come.
Quello stesso giorno la polizia cittadina aveva reso noto di aver sanzionato 8 persone, compreso il medico, con l’accusa di aver “diffuso voci” sul problema con cui il mondo continua a combattere. Quanto accaduto a Li Wenliang aveva scatenato indignazione non solo in Cina.