Turchia: brutte notizie per l’attivista già in carcere Osman Kavala, 64 anni. Il tribunale di Istanbul ha decretato che dovrà restare ancora dietro le sbarre. Vi si trova da più di quattro anni in via preventiva.
Il difensore dei diritti umani e filantropo (che si occupa in particolare di attività legate all’arte e alla cultura), detenuto nella prigione di Silivri, alla periferia della città turca, è accusato di aver sostenuto economicamente le manifestazioni di Gezi Park nel 2013; di essere stato uno degli organizzatori del fallito golpe del 2016 e di essere una spia. Intanto sta per scadere il Consiglio d’Europa che aveva decretato sanzioni per la Turchia per il caso nel 2019. Questo dopo che la Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu) aveva giudicato violati quelli di Kavala e chiesto senza successo la sua liberazione.
All’udienza decisiva appena avvenuta, l’imputato non era presente in video – conferenza. Lo aveva già annunciato nell’ottobre scorso, affermando di non credere più che avrebbe avuto un giusto processo.
A febbraio di due anni fa era stato assolto dall’accusa relativa a Gezi Park, ma non ha avuto neanche il tempo di essere rilasciato (come attendevano i suoi supporter all’esterno del tribunale), che è stato arrestato di nuovo. Naturalmente Kavala nega ogni addebito, ma potrebbe essere condannato al carcere a vita senza libertà condizionale.
Alla sbarra ci sono molte altre persone, ben 51. Tra loro alcuni tifosi della squadra calcistica Besiktas, già assolti sei anni fa dall’accusa di coinvolgimento nelle proteste di Gezi Park. Il 21 febbraio ci sarà la nuova udienza.
Come andrà a finire per il fondatore e membro di numerose organizzazioni benefiche che si occupano di società, politica, economia, storia cinema e cultura audiovisuale turca? Sottolineiamo che per il suo impegno, Kavala ha ricevuto anche alcuni premi in Turchia e all’estero: nel 2019 il 17º l'”Ayşe Nur Zarakolu” (dedicato ad un’importante scrittrice, editrice ed attivista dei diritti umani locale prematuramente scomparsa nel 2002) per la Libertà di Pensiero ed Espressione dall’Associazione per i Diritti Umani ad Istanbul e il 21º Premio Europeo per i Beni Archeologici della Associazione Europea degli Archeologi. Ha difeso i monumenti a rischio nella sua patria. La comunità internazionale continuerà ad attivarsi?