EAU- Il Consigliere diplomatico del Presidente degli Emirati Arabi Uniti (EAU), Anwar Gargash, ha affermato che il suo paese non esiterà a difendere la propria sovranità, la sicurezza nazionale e che ha il diritto legale e morale di rispondere e prevenire qualsiasi aggressione al suo paese.
Gargash ha sottolineato la necessità che la comunità internazionale prenda una posizione ferma contro questi atti ostili e terroristici che minacciano la pace e la Sicurezza Internazionali, spiegando che ciò che la milizia terroristica ha compiuto è un attacco palese (secondo l’Agenzia di stampa degli Emirati, WAM).
Ha anche aggiunto che la posizione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha condannato all’unanimità gli attacchi terroristici compiuti dalla milizia Houthi contro strutture civili ad Abu Dhabi, rappresenta una seria posizione internazionale nei confronti del comportamento aggressivo delle milizie, sia per la sicurezza dei paesi della regione sia per il popolo yemenita sia per la continua minaccia per la navigazione marittima internazionale.
Gargash ha anche chiesto la necessità di esercitare un’adeguata pressione internazionale per raggiungere un cessate il fuoco e trovare una soluzione politica alla crisi yemenita e per impedire alle milizie Houthi, di continuare a manipolare il futuro dello Yemen e della regione.
Ha sottolineato che la riclassificazione di Al Houthi come gruppo terroristico rafforza la pressante tendenza diplomatica internazionale a trovare una soluzione alla crisi yemenita e a minare l’intransigenza degli Houthi, infatti Al Houthi non si è mai impegnato in alcun accordo, e non ha mostrato l’impegno e la volontà nel farlo senza una chiara pressione internazionale.
Gargash ha anche aggiunto che gli Houthi utilizzano il porto di Hodeidah come struttura militare per finanziare, armare e introdurre missili e droni nello Yemen per minacciare la sicurezza dei paesi della regione e che questa questione richiede un’azione internazionale per fermare le attività terroristiche, come Al Houthi ha dimostrato attraverso i suoi rapporti con l’accordo di Stoccolma e che non si attiene affatto alle carte.