Portogallo: i socialisti di Costa hanno ottenuto la maggioranza assoluta

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Portogallo – Il partito al potere ha ottenuto 117 seggi nel parlamento su 230, rispetto ai 108 dell’assemblea uscente. Enormi guadagni in termini di voti anche per l’estrema destra. I socialisti del primo ministro portoghese Antonio Costa hanno ottenuto la maggioranza assoluta per governare dopo aver indetto elezioni anticipate domenica che hanno visto anche enormi guadagni in termini di voti da parte dell’estrema destra, come hanno mostrato i risultati ufficiali. I socialisti al potere hanno ottenuto 117 seggi nel parlamento su 230, rispetto ai 108 dell’assemblea uscente.

L’instancabile l’uomo politico che riuscì a ribaltare una sconfitta nel 2015, formando un governo con un’inedita alleanza di sinistra. Ha messo a segno una vittoria tutt’altro che scontata, visto il fallimento del suo ultimo governo: era ‘scivolato’ sull’approvazione della legge di bilancio e un’estenuante pandemia; ha vinto le elezioni con un’ampia maggioranza e che i sondaggi davano in bilico. Il voto è stato però anche segnato da un avanzamento dell’estrema destra e non rimuove lo spettro dell’instabilità politica.

Abbandonato a ottobre dai suoi ex alleati della sinistra radicale, una crisi che ha innescato il voto, Antonio Costa rischia però, come nelle legislative del 2019, di rimanere al di sotto della maggioranza assoluta.

E dunque per poter governare, l’ex sindaco di Lisbona sessantenne dovrà trovare un difficile equilibrio per trovare sostegno in Parlamento. Quando sono state scrutinate il 56% dei voti, il Partito Socialista di Costa, che governa dal 2015, è al 42%; sotto il 30% restano i conservatori del Partito socialdemocratico, guidati da Rui Rio e che i sondaggi davano invece testa a testa con i socialisti.

Socialista pragmatico, Costa è arrivato al potere grazie alla sinistra radicale, formando la ‘geringonça’ (“il marchingegno’ in spagnolo), l’accordo tra il PS, i comunisti e il Bloco de Esquerda: erano state superate le divisioni pur di porre fine alla politica di austerity voluta dalla destra in cambio del piano di salvataggio internazionale concesso al Portogallo nel 2011.

Nel 2019 ha consolidato e riconfermato la vittoria con una maggioranza semplice: ha abbandonato la ‘geringonça’, ma a ottobre non è riuscito a far approvare il bilancio 2022.  E se nel 2019, dopo quattro anni con il sostegno della “geringonça”, era evidentemente il favorito nei sondaggi, questa volta i sondaggi lo davano in stallo tecnico con la destra dei socialdemocratici.

Costa è entrato precoce in politica: figlio di uno scrittore comunista dell’ex colonia portoghese di Goa (in India) e di una giornalista, il premier, scherzano i suoi collaboratori, “ha bevuto la politica nel latte di sua madre”.

A 14 anni incollava per strada i manifesti del Partito Socialista, poi decise di studiare legge per essere come Perry Mason. Marcelo Rebelo de Sousa, oggi presidente del Portogallo, era il suo professore all’università; ha debuttato come avvocato nell’ufficio dell’ex presidente Jorge Sampaio ed è stato sponsorizzato dai grandi del socialismo portoghese, da António Guterres a Mário Soares e José Sócrates.

Sposato – la moglie lo ha accompagnato per tutta la campagna – e con due figli, ora il leader socialista, noto per essere un lavoratore instancabile, ha davanti a sé una nuova sfida: guidare il Portogallo sulla via della ripresa dopo la pandemia.

In assenza di distribuzione dei quattro seggi dei circoli elettorali al di fuori del Portogallo -che di solito PS e centrodestra (PSD) dividono a metà- così saranno distribuiti i 230 deputati dell’emiciclo portoghese.

– Partito Socialista (PS): 117 deputati. Ottiene la maggioranza assoluta

– Partito Socialdemocratico (PSD): 76 deputati, nel 2019 aveva 79 seggi

– Chega (estrema destra): 12 deputati, passa dall’avere un solo seggio all’essere la terza forza in Parlamento

– Iniziativa Liberale: 8 deputati., nel 2019 aveva un solo deputato e ora è la quarta forza

– Bloco de Esquerda (BE): 5 deputati, Una delle grandi vittime, aveva 19 deputati

– PCP (comunisti): 6 deputati, scendono anche loro, nel 2019 ne avevano 10.

Agi

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