Pakistan: ancora un episodio di discriminazione nei confronti dei cristiani. Nella notte del 23 febbraio scorso, una famiglia che vive nella zona residenziale di Mohladan, a Lahore, e stava raccogliendo il necessario per la dote della figlia, si è trovata tre ladri in casa. Il padre, Mushtag Masih, è riuscito a fermarne uno. Gli altri due, invece, dopo aver sparato alla gamba del capofamiglia, si sono dileguati.
I Masih hanno telefonato al numero di emergenza per consegnare alla polizia il malvivente bloccato, ma il giorno successivo la crudele beffa: sono state accusati dell’omicidio del ladro che avevano fatto arrestare. Sono finiti in manette due ragazzi, rilasciati solo due giorni fa su cauzione da parte del tribunale.
Mushtag Masih ha sottolineato che lui e i suoi cari si trovano in questa situazione solo perché cristiani e oltretutto poveri. L’avvocato della famiglia, Shirjeel Zafar, ha aggiunto che è un momento particolarmente difficile per i cristiani pakistani. “La polizia – ha detto ancora il legale – si fa guidare da pregiudizi quando deve fare giustizia per le nostre povere famiglie”. Si è quindi augurato che questa “ottenga giustizia e tutti quanti si sono fatti beffe della legge e dell’ordine siano portati in tribunale”.
Non è certo la prima volta che la polizia adotta un atteggiamento discriminatorio verso i cristiani. Lo subiscono in primis i poliziotti di questa religione. La situazione può portare a gesti estremi di disperazione: come quello di una sotto – ispettrice, Rose Marry, che si è tolta la vita sul luogo di lavoro. Le ragioni precise, però, sono ignote.