Mai come oggi la figura di Vladimir Putin appare controversa. In queste giornate di guerra si è parlato molto del presidente russo e della crisi ucraina, spesso a sproposito. Per questo abbiamo chiesto ad un esperto in materia, il perito balistico Marcello Barbieri, come interpreta le operazioni militari portate avanti finora dal leader russo.
La crisi ucraina ha polarizzato il dibattito attorno alla figura di Vladimir Putin, tra chi ne reputa l’operato come una comprensibile conseguenza degli abusi perpetrati negli ultimi anni dai gruppi di ispirazione neonazistanel Donbass e chi lo definisce uno sconsiderato, mosso dal sogno di ricostruire una nuova Urss.
Sulla figura del presidente Putin si discute oltremisura e spesso usando toni poco corretti. Da un’attenta analisi, nelle sue parole e nelle sue azioni possiamo leggere esattamente quali sono le mosse strategiche da lui effettuate sino ad ora.
La parola “denazificazione” che Putin ripete, non è dettata da pura fantasia o da una malattia mentale, come tutti riportano. Al riguardo, facciamo un piccolo passo in dietro nel tempo.
Il 21/11/2014, ore 15:17:57, viene votata la “Combating glorification of nazism, neo-nazism and practices that contribute to fuelling conteporary forms of racism, racial discrimination, xenophobia and related intolerance”. Fornisco il riferimento: numero documento A/C.3/69/L56/Rev.1 scaricabile direttamente dal sito, reperibile in rete. Ecco, i governi vengono chiamati a votare sull’abolizione, in qualunque forma, del nazismo: sono in totale 173; dal documento si evince che 115 hanno votato in favore dell’abolizione, 3 hanno dato il loro diniego, 55 si sono astenuti. I 3 voti contrari all’abolizione sono quelli di Canada, U.S.A. e Ucraina. Tra i 55 astenuti figurano Italia, Germania, Portogallo, Lituania, Lussemburgo, Grecia, Estonia, Francia, Andorra, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Montenegro, Polonia, Svizzera, ecc.
Ebbene, senza con ciò risultare complottisti, dobbiamo ricordare che il simbolo dell’euro richiama in maniera esplicita la “Waffen Granadier Division SS”. Certo, se servisse della fantasia per compararlo sarebbe complottismo, ma cosi non è. Parliamo, al riguardo, del simbolo dei battaglioni ucraini Azov, ossia un reparto di polizia istituito per contrastare i separatisti filorussi del Donbass, definito battaglione (battaglione speciale di polizia) “di 3.000 uomini” circa con sede a Urzuf e unito ai battaglioni Aidar, Dnepr 1, Dnepr2 e Donbass; si potrà ben comprendere, quindi, che non si tratta proprio di 3.000 uomini.
Questo logo presenta il sole nero e il dente di lupo nazista; vorrei ricordare che in Italia solo il saluto romano porta ad una denuncia per apologia del fascismo. La legge n. 645/1952 sanziona chiunque «promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». Aggiungo, in merito, che oggi sento e vedo conduttori e politici di tutte le fazioni affermare che si tratta “di 3000 uomini” e confermare che sono ufficialmente incorporati nell’esercito ucraino.
Noto nelle trasmissioni televisive che si associa sempre il battaglione sopra citato ai fascisti; si tratta di una “forzatura mediatica per evocare la seconda guerra mondiale”. Ho sentito un comandante del battaglione Azov affermare che Putin è come Mussolini, ma il fatto che un nazista etichetti come fascista un comunista suscita ilarità.
Quanto alla “denazificazione”, il presidente Putin vuole eliminare senza indugio questa posizione che secondo la moralità di tutti è insostenibile: “No al nazismo, no al fascismo”. Tuttavia, paradossalmente, finiamo per giustificare i nazisti e per pensare al loro ingresso in Europa. Ricordo, per chi ha la memoria corta, che presso la brigata folgore dei paracadutisti italiani, durante la ricorrenza del 25 luglio 2014, alcuni parà in servizio e in congedo intonarono, inneggiando, un canto fascista della “5^ paraca d’assalto”. Bene, allora aprimmo un’inchiesta per trovare i colpevoli; durante la sfilata delle nostre forze armate del 2 giugno 2017, il Presidente della Camera non applaudì la parata della Folgore per lo sdegno dell’episodio sopra citato.
Ora dobbiamo capire perché accettiamo il nazismo e censuriamo una canzone di epoca fascista. “sempre canzone rimane!”. Entrambi sono da censurare come ogni regime dittatoriale e totalitario. Certi loghi e simboli devono rimanere custoditi in un museo a ricordo delle generazioni future, per non commettere lo stesso errore e lo stesso orrore. Il presidente Putin ha avviato un’operazione di protezione.
Lei, in quanto un esperto in materia, ci spieghi la strategia adottata da Mosca.
All’incirca 20 giorni fa Putin, “dopo anni di avvisi”, comincia ad allertare l’Europa, posiziona le sue pedine, ossia il famoso battaglione Z. Le “Z” – e, sull’argomento, ogni ex virologo ed ex allenatore del lunedì mattina, esperti di guerra e politica internazionale da bar, “tv comprese”, espongono la propria ipotesi – sono state poste per essere viste dall’alto perché gli ucraini possiedono gli stessi armamenti. Semplicemente la “Z” indica l’est e la “O” indica l’ovest!
Il leader russo prosegue con un’operazione speciale: cambia i mezzi che entrano in Ucraina che si dispongono sullo scenario tattico in modo da essere efficienti ad una controffensiva con i battaglioni O. Il presidente Putin muove le operazioni speciali, che consistono nell’accerchiamento delle città con i battaglioni V.
Le risposte sono nelle sue dichiarazioni: il battaglione Z sta per защита (Zashchita), che significa “protezione”.
Protezione da chi e cosa?
Si tratta di una protezione ad ampio spettro: protezione dei filorussi, protezione dei centri nevralgici come centrali nucleari, laboratori chimici, ecc. Se prestate attenzione, noterete che i battaglioni Z hanno poco equipaggiamento offensivo, e molto difensivo, disposti proprio nelle zone da proteggere. La storia insegna che se domani venisse sparato un missile contro una centrale nucleare la colpa sarebbe della Russia. Per chiarezza, i razzi sparati ultimamente sulla centrale sono “razzi da illuminazione” e, diversamente da quanto mostrato dai media, essi non creano danni.
Le lettere “O” e “V” cosa stanno ad indicare?
La “O” sta per difesa dell’operazione di protezione (оборонительный, Oboronitelny= difensiva). La “V” sta per Война (voyna= guerra), predisposti per offensiva; come è possibile constatare, molti carri armati che recano su di essi la V, portano anche le insegne di reparto.
Orbene, per la protezione egli ha impiegato uomini disponibili, ma non forze da combattimento. Nell’operazione speciale ha alzato il livello qualitativo dei militari; nell’ultima fase, che sarebbe la terza, sta muovendo personale altamente addestrato.
Questo però non spiega perché Mosca abbia arruolato i cosiddetti contractors, i soldati mercenari appartenenti a compagnie militari private che stanno partecipando attivamente ai combattimenti.
È un errore pensare che Putin non abbia uomini, o mezzi o benzina; invita i volontari siriani di Bashar al-Assad, mentre dal centro Africa altri uomini sono pronti per sostenere la guerra a fianco ai russi. Ma è necessario fare una precisazione. I PSD contractor sono personale impiegato alla difesa di cose o persone e non si schierano per i governi in guerra. I mercenari per denaro combattono guerre con e per i governi che pagano meglio.
In Italia il ruolo di soldato di ventura è vietato dal codice penale, ai sensi dell’art 288 c.p., rubricato “Arruolamento o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero”. Abbiamo una terza posizione tutta italiana che è quella di un militare giusto, “un crociato” che si schiera nella difesa di ciò che egli ritiene giusto e combatte una guerra per portare avanti un ideale di giustizia.
Se Putin ha uomini e mezzi, perché i mercenari?
Semplice, contrappone fuori dallo schieramento ufficiale dell’esercito russo una milizia indipendente di cui non dovrà rispondere perché non inquadrata nel suo esercito. Queste unità paramilitari sono abituate alla guerriglia urbana senza mezzi e appoggi logistici professionali, hanno esperienza e tecnica e con il supporto logistico possono diventare inarrestabili da parte di un popolo che non è militarmente preparato.
Il presidente ucraino Zelens’kyj ha richiamato una milizia europea da contrapporre ai russi; il presidente Putin contrappone sullo scacchiere operativo la stessa forza.
Ha citato il presidente Zelens’kyj. Se in un primo momento la figura chiave dell’Ucraina sembrava avvolta di sole luci, col passare dei giorni ne emergono le ombre. Cosa ne pensa?
All’inizio ho provato stima per lui, perché – anche se nella vita non ha mai fatto il politico – ha dimostrato carattere e passione. Poi ho dovuto ricredermi quando ha iniziato ad indossare e a mettere in evidenza un noto marchio di materiale tecnico militare americano; si notino le foto e i video in cui indossa materiale della 5.11. Un po’ come andare a combattere griffati dalla testa ai piedi; sarà una coincidenza che dagli abiti privi di una particolare marca sia passato ad indossare quelli griffati della 5.11 e che li indossi sempre quando fa dei proclami a reti mondiali unificate?
Sarà una coincidenza che la 5.11 abbia aumentato la sua visibilità proprio in questo periodo e, del pari, sarà una coincidenza che quelle magliette non erano a catalogo fino a 15 giorni fa? Sarà una coincidenza, ancora, che anche i giubbini che indossa siano della 5.11? Al riguardo, ognuno può elaborare un proprio pensiero; tuttavia, a meno che non abbia ordinato su internet tale materiale e che il corriere glielo abbia recapitato a casa, “qualcosa non quadra”.
Le ragioni di entrambi le parti coinvolte possono giustificare una guerra?
Penso che la guerra sia sempre sbagliata, e sottolineo sempre. Condanno una parte e l’altra. La guerra non è un palcoscenico; purtroppo è un teatro operativo dove le comparse sono sacrificabili, ma gli attori principali stanno dietro le quinte. Come sapete, l’esperienza non mi manca su questo tema; la visione di una guerra reale come quella che accade oggi in Ucraina ci ricorda che come esseri umani non abbiamo imparato nulla dalla storia e non impareremo mai nulla.
Quando crede che questa guerra possa volgere al termine?
È cosa difficile da prevedere. “Uno” pensa che non si tratti di un’invasione perché reputa che il territorio sia il proprio; “l’altro” sostiene esattamente il contrario. Solo la diplomazia con rinunce da ambo le parti potrebbe portare ad un apprezzabile risultato. In ogni caso, lo strascico di questa guerra si ripercuoterà su di noi per lungo tempo.
Intanto il conflitto macina morti. Alcune fonti raccontano che l’armata rossa stia perdendo generali in combattimento.
Penso che queste siano solo fake news messe in rete solo per far credere che l’armata russa abbia perso i punti di riferimento e sia allo sbando. Ciò ricorda un po’ la guerra psicologica del Vietnam. La Russia riporterà sicuramente delle perdite, anche tra i generali. V’è, però, da dire che già osservare la presenza dei generali sulle linee di combattimento è per la truppa un segno d’incoraggiamento. Tuttavia, se ragioniamo proprio sul nazismo, la Germania aveva circa 60 generali su una forza di 6 milioni di uomini.
In Italia quanti generali abbiamo?
Le posso dire che noi abbiamo all’incirca un generale ogni 381 militari e un colonello ogni 78 militari su una forza circa di 180.000 uomini e donne, omnicomprensivo di tutte le forze. Negli U.S.A., su una forza circa di 1.500.000 soldati, si contano circa 1.000 generali, ovvero circa 1 generale ogni 1.500 soldati. In Germania, su 200.000 soldati, si contano 200 generali. Non li suddivido per stelle; parliamo di generali da una greca e una stella sino al generale a 4 stelle.
I russi possiedono una forza di circa 900.000 effettivi e con i riservisti russi possono giungere a circa 2.000.000. Dire con precisione quanti generali hanno non è cosa semplice, anche in considerazione del fatto che, oggi, tra licenziamenti, uccisioni in battaglia, defezioni, rese e nuove investiture, diventa sempre più complesso poter fornire un dato approssimativo.