Lost in translation in Moschea, i giovani musulmani olandesi, non capiscono i sermoni in arabo.
Il Ramadan, il mese del digiuno musulmano, inizia la prossima settimana ma gli imam in Olanda hanno un problema, tra i tanti, che negli ultimi tempi si è acuito: pochi imam parlano olandese mentre le nuove generazioni di musulmani olandesi non parlano arabo o berbero, dice NOS.
E con il tempo, con i giovani che conoscono l’arabo solo superficialmente, sentito parlare da genitori o da nonni, la questione sta diventando sempre più difficile per le moschee. Soprattutto per la comunità marocchina.
La moschea Annasr di Gorinchem cerca da quattro anni un imam adatto, dice NOS: qualcuno è stato nominato temporaneamente, ma non parla olandese. “Molti giovani non capiscono il berbero o l’arabo. I giovani vengono alla moschea venerdì ma non sanno di cosa tratta il sermone”, afferma il membro del consiglio Abdessamad El Mousati.
L’esperto di islam Enis Odaci sottolinea a NOS che un imam ha un ruolo più ampio nella moschea di un semplice sermone del venerdì. “La comunità musulmana è proprio come le altre comunità religiose. Dovrebbe fornire sostegno ai giovani, prendersi cura degli anziani e consigliare su questioni e questioni sociali. Gli imam sono particolarmente responsabili di questo”.
Secondo Odaci, la nuova generazione di frequentatori di moschee è più concentrata sui Paesi Bassi. “Secondo la mia esperienza, la posizione dell’imam non era stata sufficientemente anticipata in quel cambio generazionale”.
I giovani, per concludere, non vogliono diventare imam perchè le posizioni sono pagate male e la preparazione è dura e inoltre, le resistenze della politica locale hanno rallentato di molto la formazione di una nuova classe locale di “sacerdoti dell’islam”, legati al territorio e alla tradizione.