Luca Attanasio, il padre: “Mio figlio dimenticato nella commemorazione vittime terrorismo”

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Luca Attanasio e il padre
(Fonte: "Il Fatto Quotidiano")

Il signor Salvatore Attanasio, padre dell’ambasciatore Luca, il primo ambasciatore italiano ucciso in missione, il 22 febbraio 2021 vicino alla città congolese di Gomaa insieme al carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo, all’indomani della Giornata in memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi (il 9 maggio, giorno in cui furono ritrovati cadaveri Aldo Moro e Peppino Impastato) ha lamentato che il figlio e chi lo stava proteggendo sono stati dimenticati durante la commemorazione alla Camera.

“Le vittime sono tutte, sia nazionali che internazionali. Anche l’ambasciatore e il carabiniere caduti in Congo fanno parte di questa ricorrenza”, ha affermato. E ancora: “Siamo stati, penso ‘distrattamente’, dimenticati. C’è stata una commemorazione alla Camera. Mi sembra che nessuno abbia fatto riferimento a questo. L’ultimo caso di terrorismo accaduto. Non mi sembra ce ne siano stati altri dopo. Per noi un po’ di amarezza, nulla di più. Potevano per esempio invitare anche la moglie dell’ambasciatore o qualcuno della famiglia di Iacovacci. Lo stesso sindaco di Milano ha fatto anche lui una commemorazione, ma ha dimenticato questa storia (ma non l’ha fatto il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, ndr). Da un’istituzione così importante non ce l’aspettavamo”.
“Noi – ha concluso il signor Attanasio – aspettiamo che il lavoro dei magistrati vada a compimento. Dopodiché speriamo che si arrivi a una verità certa. Non chiediamo altro. Oggi questa verità non è ancora stata scritta”.

Papà Salvatore, suocero di Zakia e nonno delle tre bambine che Luca aveva avuto da lei, due delle quali compiranno 4 anni a fine mese, ha continuato con un’analisi dei fatti, che ha portato la famiglia ad una certezza: “Sin da subito abbiamo capito che la storia del rapimento finito male era una messinscena. A nostro avviso, certamente di sequestro non si tratta, altrimenti non sarebbe finito in quel modo”.

Il padre di Luca Attanasio ha aggiunto: “Nessun rapitore uccide un ostaggio senza nemmeno aver tentato di ottenere qualcosa in cambio, ci sono troppe, troppe incongruenze. A 100 metri dal luogo dove sono stati uccisi il nostro Luca, Iacovacci e Milambo c’è un check point che quel giorno guarda caso era vuoto. Su 7 rapiti sono stati uccisi”, oltre all’autista del World Food Programme, “solo i nostri due connazionali, gli altri non hanno riportato nemmeno un graffio, com’è possibile?”.

Di recente la stampa ha parlato di un possibile complotto contro il convoglio umanitario; un complotto perpetrato “delle alte  ha delle Forze Armate della Repubblica democratica del Congo (Fardc) che coinvolgerebbe membri dell’intelligence, poliziotti e civili”. Tuttavia oggi l’inchiesta è ferma e il WFP ha già fatto sapere che potrebbe avvalersi dell’immunità per i suoi diplomatici indagati.

“Ci auguriamo che le nostre autorità, soprattutto che lo Stato italiano abbia un sussulto di orgoglio e con la schiena dritta si batta per questo, da un lato con il governo congolese, dall’altra con il World Food Programme. Sappiamo che la Farnesina è al nostro fianco – ha proseguito Salvatore – : il ministero degli Esteri sta facendo di tutto e di più per riuscire ad andare avanti con le indagini sulla morte del nostro Luca. Se questo non bastasse, noi invochiamo l’autorità massima di governo, ci rivolgiamo a Mario Draghi. Se ci sono da scomodare Draghi o Mattarella – che ha consegnato alla famiglia Attanasio l’onorificenza di Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella d’Italia alla memoria di Luca, ndr – noi lo faremo, non ci tiriamo indietro nel chiedere verità e giustizia”.

Anche l’Europa ha le sue mancanze: è “muta e totalmente assente”, dichiara con forza Attanasio. “Stiamo parlando dell’assassinio di due servitori dello Stato, uno Stato fondatore d’Europa e di cui però l’Europa si dimentica in circostanze del genere. Questo è per noi un fatto gravissimo. Ci sono state delle interpellanze di europarlamenti sulla vicenda di Luca, interpellanze inviate al Parlamento europeo che non hanno sortito effetto, non hanno avuto risposte”.

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