Luca Attanasio: è stata inaugurata ieri, mercoledì 1° giugno, una targa in memoria del giovane ambasciatore italiano ucciso in missione il 22 febbraio 2021 in Congo insieme al carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e al loro tassista congolese Mustapha Milambo. Il riconoscimento è stato posto presso i giardini Ravizza a Milano, vicino all’Università Bocconi, dove Luca aveva conseguito la laurea con lode nel 2001.
Alla cerimonia era presente tutta la sua famiglia: la madre Alida e il padre Salvatore, la moglie Zakia Seddiki e le loro tre bambine. Il signor Salvatore ha sottolineato che si è ben lungi dal fare giustizia per quanto è successo: “Ci sono altre due inchieste aperte per la morte di mio figlio, lasciamo lavorare i magistrati e i nostri Carabinieri del Ros e speriamo che si arrivi presto a una verità certa”, ha detto.
Poi ha aggiunto:”Mancano all’appello gli esecutori materiali, così come è da capire la dinamica di quello che è successo, perché non è ancora chiara. La ricostruzione che è stata fatta è ancora da verificare”. E ancora: “C’è ancora molto da fare per raggiungere la verità ma abbiamo fiducia nei Ros e nella magistratura che non molla. Quello che mi dà forza è la ricerca della verità perché senza verità non c’è giustizia. Credo che finché le autorità competenti tengono alta l’attenzione anche l’opinione pubblica deve essere aggiornata e prendere coscienza che quello che è avvenuto è molto grave. L’omicidio di un ambasciatore in tempo di pace è un evento non solo tragico ma che deve rendere attente tutte le istituzioni per arrivare alla verità”. “Luca era un uomo, un servitore dello stato – ha concluso il padre -, una persona che credeva nei valori della Costituzione”.