Sono almeno 37 i migranti di origine Sahariana che hanno perso la vita ed altri 176 sono rimasti feriti nella calca creatasi nella giornata di ieri, mentre tentavano di scavalcare la barriera che separa il Marocco dall’enclave spagnola di Melilla.
Con la recente riapertura degli accessi terrestri alle enclavi di Ceuta e Melilla a seguito della risoluzione della crisi diplomatica tra Spagna e Marocco, ufficialmente è stata anche riaperta la frontiera ispano-marocchina. Così, ieri, circa 2000 persone hanno assalito la barriera di rete metallica, alta circa 4 metri, che divide idealmente i due stati.
Il tentativo di attraversamento di massa ha creato, purtroppo, come era prevedile, una pressione enorme di corpi umani accalcati uno sull’altro per superare la rete. Le forze dell’ordine preposte al controllo dei confini sono subito intervenute per diradare la moltitudine migrante, ma è scoppiato il caos. Il timore di non riuscire a passare, la paura di essere arrestati hanno esacerbato gli animi e ci sono stati violenti scontri con la polizia. La calca, per 37 persone, è diventata mortale. Ma sembra che oltre 100 persone siano, comunque, riuscite ad attraversare la frontiera.
I nuovi accordi siglati da Spagna e Marocco inaugurano una “nuova stagione” nelle relazioni tra i due Paesi, che si basa principalmente sul riconoscimento spagnolo della legittimità dell’occupazione marocchina nel Sahara Occidentale. Il presidente spagnolo Pedro Sanchez ha dichiarato in visita a Rabat lo scorso aprile che “riconosce l’importanza della questione del Sahara per il Marocco”, pertanto “la Spagna considera il piano di autonomia marocchino, presentato nel 2007, come la base più seria, realistica e credibile per la risoluzione della controversia”.
Questa decisione della Spagna implica, però, conseguenze rilevanti e, talvolta gravi, non solo sulla pelle del popolo saharawi, che da oltre 40 anni lotta per l’autodeterminazione, ma anche sulla pelle delle persone migranti. Negli ultimi due anni, infatti, secondo i dati forniti dalla Ong “Caminando Fronteras”, sarebbero 6.574 le persone che hanno perduto la vita cercando di raggiungere le coste spagnole, in particolare le coste delle Isole Canarie. Purtroppo, ad oggi, nonostante l’elevato numero di morti e sparizioni, non esistono registri o canali ufficiali cui rivolgersi per richiedere informazioni o denunciare le persone scomparse, anche in mare.