E’ stata intervistata dal canale francese CNews Samia Maktouf, avvocata delle 42 parti civili al processo contro i 20 imputati degli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, dove morirono 130 persone (più 7 attentatori) tra cui la ricercatrice italiana alla Sorbona Valeria Solesin alla sala concerti del Bataclan (90 morti).
In queste ore saranno emesse le condanne.
“Non è stato un processo all’Islam ma nei confronti di una presunta pratica religiosa, di un salafismo che vuole inserirsi nella nostra vita, cambiare il nostro modo di vivere e contro lo stato di diritto”, ha chiarito Maktouf.
Franco – tunisina, musulmana e senza velo, la legale delle parti civili degli attentati islamisti è nata a a Sousse il 30 settembre del 1963. Viene da una famiglia modesta: padre amministratore finanziario nel settore ospedaliero, madre casalinga. Samia è l’unica femmina di sei figli.
Dopo la maturità, è partita per la Francia nel 1985 per continuare gli studi a Parigi. Ha conseguito un master in giurisprudenza e un Diplome d’Etudes Approfondies (DEA) in diritto ed economia aziendale.
A seguito di uno stage iniziato nel ’92 in un prestigioso studio, nel ’95 ha prestato giuramento nella capitale francese. Prima avvocato associato, si è messa in proprio nel 2005. Tra i suoi clienti Edmond de Rothschild, Latifa Ibn Ziaten, madre di Imad, paracaudista di origine marocchina ucciso in un attentato a Tolosa l’11 marzo 2012 e oggi attivista che parla contro il terrorismo ai ragazzi nelle scuole delle banlieue, e (su richiesta dell’ambasciata tunisina in Francia, ha spiegato) persino Leila Trabelsi Ben Ali, ex first lady tunisina. Nel 2017 ha pubblicato la sua autobiografia dal titolo “Je défendrai la vie autant que vous prêchez la mort” (“Difenderò la vita tanto quanto tu predichi la morte”).