Processo degli attentati del 13 novembre: le condanne richieste per i 20 imputati

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Il 10 giugno la Procura nazionale antiterrorismo (Pnat) ha chiesto pene che vanno da cinque anni di reclusione all’ergastolo irriducibile per i venti imputati processati nel processo degli attentati del 13 novembre 2015.

Ecco il dettaglio delle condanne richieste.

Salah Abdeslam

L’ergastolo irriducibile è stato chiesto contro il francese di 32 anni, “10° uomo” dei commando che hanno ucciso 130 persone a Parigi e Saint-Denis. Il pm ha chiesto questa rarissima sanzione, che rende minima la possibilità di un aggiustamento della pena, “vista l’immensa gravità dei fatti”. In udienza, Salah Abdeslam ha assicurato di aver “rinunciato” ad aver innescato la sua cintura esplosiva la sera degli attentati.

Mohammad Abrini

L’accusa ha chiesto l’ergastolo con una condanna di sicurezza a 22 anni nei confronti dell'”uomo con il cappello”, fuggito durante gli attacchi a Bruxelles nel marzo 2016. In udienza, Mohamed Abrini – che aveva preso parte ai preparativi per gli attentati parigini – ha ammesso che era “previsto” che partecipasse anche lui, ma ha affermato di aver rinunciato ben prima del 13 novembre.

Sofien Ayari e Osama Krayem

Nei confronti di Sofien Ayari, 28 anni, tunisino, e Osama Krayem, 29 anni, svedese, l’accusa ha chiesto l’ergastolo con un periodo di sicurezza di trent’anni. L’accusa è “certa” che questi due “combattenti esperti” dell’organizzazione jihadista Stato Islamico (IS) avrebbero compiuto un attacco all’aeroporto di Amsterdam il 13 novembre 2015 ma che “è successo qualcosa” di imprevisto.

Mohammad Amri

Una condanna a otto anni di reclusione è stata chiesta nei confronti del 33enne belga-marocchino che ha portato la sua auto a prendere Salah Abdeslam a Parigi nella notte dal 13 al 14 novembre 2015, con il suo coimputato Hamza Attou.

Hamza Attou

Nei confronti del più giovane degli imputati, uno dei tre che risultano liberi, la procura ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione con mandato di rinvio con effetto differito. La pena richiesta non è flessibile e se è seguita dal tribunale dovrà scontarla in carcere.

Alì Oulkadi

La pena più bassa, cinque anni di reclusione, è stata chiesta nei confronti del 37enne francese, processato per aver aiutato Salah Abdelsam all’inizio della sua corsa e non averlo denunciato. Appare sotto controllo giudiziario e la pena richiesta è flessibile. Se seguito, non tornerà in prigione.

Mohammad Bakkali

L’ergastolo con ventidue anni di sicurezza è stato richiesto nei confronti di questo “pezzo centrale” della cellula jihadista, “uomo di fiducia” dei capi logistica per i quali ha affittato nascondigli e auto, ha affermato l’accusa. Il 35enne belga-marocchino è rimasto in silenzio durante il processo.

Farid Kharkhach

E’ stata richiesta una condanna a sei anni per questo 39enne belga-marocchino, processato per aver prodotto documenti d’identità falsi per la cellula jihadista, senza sapere, giura, che sarebbero stati usati per attentati.

Yassine Atar

Nove anni di carcere con un periodo di sicurezza di due terzi nei confronti del 35enne belga, fratello minore dello sponsor degli attentati e “presente nei momenti chiave” secondo l’accusa. Ha continuato a proclamare la sua innocenza e si considera “un colpevole per sostituzione”.

Ali El Haddad Asufi

Nei confronti del 37enne belga-marocchino, “migliore amico dai tempi del liceo” del capo logistica degli attentati Ibrahim El Bakraoui, il pm ha chiesto sedici anni di reclusione con una condanna a due terzi di sicurezza. Se non è mai stato possibile risalire all’origine delle armi usate il 13 novembre, Ali El Haddad Asufi è infatti uno, secondo l’accusa, di coloro che hanno cercato di ottenerle.

Abdallah Chouaa

I magistrati del Pnat hanno chiesto una condanna a sei anni di reclusione con decreto di rinvio nei confronti di Abdellah Chouaa, che appare libero. Il 41enne belga-marocchino è sotto processo per aver prelevato all’aeroporto Mohamed Abrini di ritorno dalla Siria.

Adel Haddadi e Muhammad Usman

È stata chiesta una condanna a vent’anni di reclusione con due terzi di sicurezza contro il pachistano Muhammad Usman e l’algerino Adel Haddadi, “combattenti esperti e fidati” che, secondo l’accusa, avrebbero dovuto compiere un attentato in Francia ma erano stati arrestati in Grecia in viaggio dalla Siria.

Oussama Atar

L’accusa ha chiesto l’ergastolo incomprimibile contro il belga Oussama Atar, “senior terrorist executive” del gruppo dello Stato Islamico e sponsor degli attentati. Si presume morto in Siria e processato in contumacia.

Fabien e Jean-Michel Clain

Gli avvocati generali hanno chiesto l’ergastolo con ventidue anni di sicurezza nei confronti dei due francesi, presunti morti in Siria e processati in loro assenza. È stato Fabien Clain a leggere il comunicato stampa di IS, sullo sfondo dei canti religiosi del fratello Jean-Michel.

Ahmad Alkhald e Obeida Aref Dibo

L’ergastolo con un periodo di sicurezza di trent’anni è stato chiesto nei confronti di Ahmad Alkhald, alias del siriano Omar Darif, capo artefice della cellula jihadista, “inviato in Belgio per sovrintendere alla realizzazione” delle cinture esplosive. L’accusa ha anche chiesto l’ergastolo incomprimibile contro Obeida Aref Dibo, un altro dirigente siriano nelle “operazioni esterne” di IS. Entrambi si presume siano morti negli attacchi occidentali in Siria.

Ahmad Dahmani

Sono stati necessari trent’anni di reclusione con due terzi di sicurezza contro il 33enne belga-marocchino, amico di Salah Abdeslam e accusato di aver contribuito alla preparazione degli attentati. L’uomo fuggito in Turchia il 14 novembre 2015 è stato condannato nel 2016 a dieci anni di carcere. È ancora detenuto lì ed è processato a Parigi in sua assenza.

(Fonte: “Arab News”)

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