Parigi: il giallo di Lola arrestati 4 algerini – Chi ha ucciso Lola Daviet, la bambina di 12 anni trovata morta sgozzata in baule da un clochard a Parigi? Questa la domanda a cui sta cercando di rispondere la polizia francese dopo un sabato che la Francia ha vissuto nel dramma. Quattro delle sette persone fermate ieri sono ancora sotto la custodia della gendarmeria. I risultati dell’autopsia hanno stabilito che la ragazzina è morta per asfissia.
Il giallo di Lola ha sconvolto non solo la capitale, ma tutta il Paese. I residenti del quartiere dove abitava la piccola restano intanto sotto shock per l’accaduto: “È orribile, orribile, ho paura di lasciare i miei figli nel quartiere”, ha detto la madre di uno studente di quinta elementare Georges-Brassens, la stessa dove Lola frequentava la seconda media. La direzione scolastica ha annunciato che lunedì mattina saranno allestite “cellule di sostegno psicologico”. Chi se l’è presa con una ragazzina di 12 anni a tal punto da soffocarla, sgozzarla, legarle mani e braccia e rinchiuderla in un baule poi abbandonato nel cortile del palazzo dove Lola abitava? Perché quelle due cifre, 1 e 0, apposte sulla pelle della ragazzina? Ecco altre due domande che aumentano il carico emotivo di una storia sconvolgente.
Secondo quanto riportato dal giornale parigino Le Parisien, le quattro persone ancora in stato di fermo sono due uomini e due donne, di età compresa fra 26 e 43 anni, di nazionalità algerina. Una di queste è la donna registrata dalle telecamere di videosorveglianza del palazzo dove Lola risiedeva con i genitori e il fratello. Le immagini mostrano Lola, nell’androne del palazzo dove il padre lavora come portiere, insieme a una giovane donna che le si avvicina e la prende per un braccio, facendole segno di seguirla. Dopo il drammatico messaggio su Facebook della madre Delphine, le indagini della polizia, i racconti dei vicini di casa, ieri si è arrivati a una prima svolta.
La testimonianza raccolta da un vicino ha riportato proprio a quella donna che aveva avvicinato Lola. Lei aveva chiesto al vicino di aiutarla a muovere e trasportare una valigia molto pesante. Una richiesta strana, condita da un modo di comportarsi altrettanto strano. L’uomo aveva esitato ad aiutarla e a quel punto la donna aveva rilanciato, promettendo tanti soldi come ricompensa, soldi provenienti “da un traffico di organi”. Il vicino si era ancora una volta riufiutato di aiutarla e così la donna, poi rintracciata e arrestata dalla gendarmeria a Bois-Colombes, nella banlieue nord-ovest di Parigi, dove le hanno anche sequestrato materiale simile a quello usato per il rapimento di Lola, si era allontanata da sola, trascinando forse il corpo della povera Lola.