Elon Musk “Non ho pensieri suicidi”

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Elon Musk ha confermato di non avere pensieri suicidi. Lo ha detto in diretta su Twitter Spaces davanti ad un milione di ascoltatori: “Non ho pensieri suicidi… Se mi suicido, non è reale”, ha risposto così Musk in risposta alla domanda di un ascoltatore che chiedeva se il miliardario americano avesse problemi mentali visto le rivelazioni su Twitter che riguardano l’insabbiamento dello scandalo che vede coinvolto Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente statunitense.

A pubblicare su Twitter le mail che mostrano gli scambi tra i dipendenti della piattaforma online è stato il giornalista statunitense Matt Taibbi, in una serie di tweet condivisi dallo stesso Elon Musk, ora nuovo proprietario del social network.

Taibbi sostiene che Twitter “ha adottato misure straordinarie per sopprimere la storia, rimuovendo collegamenti e pubblicando avvisi sulla loro possibile non sicurezza. Ne ha persino bloccato la trasmissione tramite messaggio diretto, uno strumento finora riservato a casi estremi, come la pornografia infantile”.

I documenti rivelati da Musk indicano come nel 2020 le richieste a Twitter di cancellare i tweet erano considerate di routine, e provenivano dalla Casa Bianca e dai partiti Democratico e Repubblicano.

Il New York Post aveva riferito della vicenda di Hunter Biden giorni prima delle elezioni presidenziali del 2020, ma Twitter ha adottato misure senza precedenti per oscurare la vicenda, rimuovendo collegamenti e pubblicando avvisi come “non sicuri”. Il caso risale a metà ottobre del 2020, quando il New York Post ha pubblicato, poche settimane prima delle elezioni presidenziali americane, un rapporto su dati discutibili trovati su un laptop dimenticato da Hunter Biden nell’aprile 2019 in un’officina di Delaware City. L’FBI ha raccolto prove sufficienti per accusare Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, di reati fiscali e di false dichiarazioni per l’acquisto di un’arma. Inoltre, il figlio del presidente degli Stati Uniti è stato oggetto di indagini federali già dal 2018. La decisione di sporgere denuncia penale è ora sotto l’autorità del procuratore generale degli Stati Uniti. L’avvocato di Hunter Biden ha affermato di non avere contatti con funzionari federali e ha ripetutamente negato qualsiasi illecito.

Tratto da Alarabiya

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